A Napoli gli asili comunali rischiano di non aprire: se non passa il bilancio, addio a 136 maestre
A Napoli gli asili comunali e le scuole d'infanzia rischiano di non aprire a fine settembre o, comunque, di dover respingere molte iscrizioni di bambini da parte delle famiglie, se non sarà approvato il bilancio di previsione 2021-'23 dal consiglio comunale nelle sedute di domani e dopodomani, 16 e 17 settembre. A rischio ci sono 136 assunzioni di maestre ed educatrici precarie con contratto a tempo determinato, delle quali 66 full time e 70 part time al 66,66%, che lavorano nelle scuole comunali che ospitano i bimbi da 0 a 6 anni. I fondi sono già stati stanziati nel bilancio approvato dalla giunta De Magistris il 31 luglio. Ma per diventare definitivi, occorre anche il voto in consiglio comunale. L'assunzione delle maestre, per Palazzo San Giacomo, è indispensabile "al fine di consentire l'avvio del prossimo anno scolastico e di rispondere positivamente alle richieste di iscrizione pervenute".
L'amministrazione arancione ha approvato la delibera con le assunzioni delle maestre e delle educatrici lunedì 13 settembre. Siccome quest'anno ci sono state più iscrizioni del previsto soprattutto per i bimbi fragili affetti da disabilità, il numero di maestre di sostegno full time è stato aumentato e portato da 45 a 66. Le assunzioni, una volta approvate, dovrebbero poi scattare dal 27 settembre, con scadenza 30 giugno 2022, per una spesa di 2,7 milioni già stanziati nel bilancio di previsione 2021-23. Nel complesso sono 499 i contratti a tempo determinato del Comune, tra i quali 40 staffisti, 142 vigili urbani, 140 dell'area welfare che si occupano del Rei-RdC e 37 dirigenti. Si aggiungono ai 5151 dipendenti a tempo indeterminato al 2021.
Per le maestre si attingerà alle graduatorie di altre amministrazioni, non avendo il Comune di Napoli una sua graduatoria, mentre per le educatrici si userà la graduatoria Ise-Nae del concorso Formez Pa Ripam del 2015 prorogato fino al 30 settembre 2022 dal decreto Milleproroghe. Se arriverà l'ok del consiglio comunale al bilancio, poi, servirà anche l'ok della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali del ministero degli Interni, in quanto il Comune di Napoli è un ente in pre-dissesto. La commissione dovrebbe riunirsi il 24 settembre.
Concorsi e mille assunzioni nel 2021-2022
"Continuano – scrive l'assessorato al lavoro del Comune in una nota – sulla scia di questi ultimi anni, le politiche assunzionali messe in campo dal Comune di Napoli. Nonostante l’Ente si trovi in una situazione di riequilibro finanziario la Giunta porta in Aula una delibera di bilancio previsionale che prevede lo stanziamento di importanti risorse per rafforzare l’organico del Comune di Napoli, messo a dura prova da anni di spending review e politiche di tagli orizzontali del personale della P.A., uno su tutti il blocco del turn over".
"Nel triennio 2021-2023, tra stabilizzazioni e nuove assunzioni – prosegue la nota – il Comune di Napoli prevede di assorbire circa 979 unità, di diversi profili, a cui vanno aggiunti i 136 profili a tempo determinato dell’area educativa per l’anno Scolastico 2021-2022 e infine l’apertura di una procedura concorsuale per 93 profili sempre a tempo determinato (2021-2023)". Palazzo San Giacomo sottolinea "l’importanza del lavoro di questi mesi con la chiusura del ciclo di stabilizzazioni degli ex-LSU che nella scorsa annualità non avevano partecipato alle precedenti procedure per assenza dei titoli di studio necessari, oltre alla conclusione delle procedure per i circa 500 vincitori del concorso Ripam, tra i quali ci sono importanti profili che l’ente attende da tempo ( Vigili Urbani, Istruttore Direttivo, ed altri ) ma anche lo sblocco di 300 progressioni verticali e la stabilizzazione di circa 93 profili attualmente impiegati nell’area welfare per il supporto al Rei/RdC.
Tutto questo è stato possibile perché il Comune di Napoli ha un rapporto percentuale tra la media delle entrate 2018/2020 e la spesa del personale 2020 che si attesta sul 20,82% (nel 2020 l’indice era al 26,65%) e dunque notevolmente al di sotto del valore soglia definito per la classe demografica di appartenenza del Comune di Napoli che è del 28,80%; il tutto, ovviamente, in linea con i dati del rendiconto per l’anno 2020".