A Napoli due settimane di sangue, uccisi 3 ventenni. Tanti i feriti minorenni
Emanuele Tufano, 15 anni, Santo Romano, 19 anni, oggi Angelo Correra, 18 anni da due settimane: in appena due settimane sono tre i giovanissimi uccisi a colpi di pistola tra Napoli e provincia. E il numero aumenta se si considerano anche i feriti, e quelli che sono scampati alla morte per un soffio: almeno un'altra decina di casi soltanto negli ultimi cinque mesi. Storie diverse, ma con un elemento comune: da entrambi i lati della pistola c'è un ragazzo con meno di venti anni, in molti casi minorenne.
Tre omicidi di giovanissimi in due settimane
Emanuele Tufano, 15 anni, è stato ucciso la notte del 24 ottobre, un proiettile mortale lo ha raggiunto alla schiena durante un inseguimento tra via Carminiello al Mercato e il corso Umberto I, nel centro di Napoli. Le ricostruzioni parlano di una sparatoria tra bande di giovanissimi, una proveniente dalla Sanità e l'altra dal quartiere Mercato. Nei due gruppi ci sarebbero stati molti giovanissimi, anche quattordicenni.
Una settimana dopo è stata la volta di Santo Romano, 19 anni. A sparargli è stato un 17enne, individuato poche ore dopo dai carabinieri. L'omicidio sarebbe avvenuto dopo un litigio, nato per una scarpa sporcata, a San Sebastiano al Vesuvio (Napoli) nella notte tra il 1 e il 2 novembre. Gli amici della vittima sostengono che il ragazzo avesse fatto da paciere e che l'assassino abbia sparato all'improvviso mentre andava via. Il ragazzo, sottoposto a fermo, sostiene invece di essere stato circondato e di avere aperto il fuoco alla cieca.
Oggi, 9 novembre, la terza vittima: Arcangelo Correra, ferito mortalmente da una pallottola alla fronte poco prima delle 5 del mattino in via Tribunali, angolo piazzetta Sedil Capuano, e deceduto qualche ora dopo in ospedale. La Squadra Mobile ha individuato due ragazzi, sarebbero quelli che si trovavano con lui: uno di loro si sarebbe assunto la responsabilità dello sparo, spiegando che il colpo sarebbe inavvertitamente partito mentre maneggiavano una pistola.
In 5 mesi un'altra decina di ferimenti tra minorenni
Ci sono stati, però, anche diversi casi in cui le vittime sono state gravemente ferite e probabilmente per un caso fortuito non sono morte. Come è successo al ventenne che, la notte del 26 ottobre, è arrivato in ospedale con una ferita da arma da fuoco alla testa: gli avevano sparato alla nuca mentre era in auto con gli amici a Chiaiano, nella periferia nord della città. E, negli stessi giorni, altri due casi che hanno coinvolto ragazzi ancora più giovani: un 15enne e un 16enne, entrambi accoltellati, il primo il nella notte del 17 ottobre in piazza Cavour, a Napoli, e l'altro tre giorni dopo, il 20 ottobre, a Casoria.
Basta scorrere le cronache delle settimane precedenti per trovare altri quattro casi, che riguardano ragazzi ancora più piccoli: un 15enne accoltellato al petto da un 16enne a Volla l'11 luglio, un 16enne ferito a un piede a colpi di pistola il 22 luglio all'Arenaccia e un 14enne accoltellato sul campo di calcetto a fine giugno.
I ragazzini reclutati dai clan di camorra
E ci sono i casi più emblematici, quelli che rispecchiano quanto sia ormai radicato tra i giovanissimi non soltanto l'uso delle armi, quantomai facili da reperire, che siano quelle bianche come i coltelli ma anche quelle da fuoco, ma anche il problema della vicinanza ad ambienti criminali strutturati.
Per il ferimento di un 20enne in via Foria, risalente a luglio, a fine settembre è stato fermato un ragazzino di appena 14 anni, con la pesantissima accusa di tentato omicidio aggravato dal metodo mafioso perché, hanno ricostruito gli inquirenti, avrebbe sparato per favorire un gruppo criminale delle Case Nuove guidato da un ragazzo di pochi anni più grande.
Il killer di Gennaro Ramondino, il ventenne ucciso e il cui corpo è stato bruciato a Pianura, ha solo due anni in più: il 16enne del Rione Traiano, individuato dalla Polizia, ha detto di avere agito per ordine del suo boss, anche in questo caso un ragazzo che è più grande di lui di appena una decina d'anni.