A marzo 2021 in Campania raggiunti i 5000 morti di Covid-19
Tre volte e mezzo il Teatro San Carlo di Napoli dalla platea ai palchi al loggione. La totalità dei posti della Tribuna Posillipo dello stadio Maradona. Undici treni della Funicolare Centrale totalmente pieni. L'intera Arena Flegrea. Quasi otto aerei Boeing 747. Il 23 marzo 2021 la Campania ha raggiunto e superato la cifra di 5.000 morti da Covid-19.
I cinquemila e più morti di Coronavirus in Campania riempirebbero uno spazio grande e in effetti riempiono lo spazio, enorme, dei nostri dolori, dei nostri pensieri, delle nostre preoccupazioni.
È come se un grosso condominio di edilizia popolare fosse sparito sotto i nostri occhi ma non da un momento all'altro, piano piano. Prima i più anziani, quelli con «patologie pregresse», poi l'età si è fatta sempre più giovane e addirittura abbiamo avuto casi clamorosi di giovanissimi strappati a questa terra da un virus che ancora qualcuno – ormai meritevole di trattamento psichiatrico – si ostina a definire «una bugia».
La Campania paga come le altre regioni italiani il tributo in termini di vite alla pandemia; nel giorno in cui supera le 5mila vittime dall'inizio dell'emergenza il bollettino quotidiano contabilizza ben 62 morti. Le curve nonostante ben 3 settimane di zona rossa continuano a essere stabili, anche se si intravede un leggero calo, a voler essere ottimisti.
Vi è di certo che la terza ondata del virus, quella fatta di varianti e variabili, si dimostra pervicace e costante nel mietere vittime e nel causare ricoveri che – protraendosi per settimane – vanno a saturare lentamente ma inesorabilmente le terapie intensive e le degenze ordinarie.
L'unica speranza per fermare tutto questo è il vaccino. Ma, incredibilmente, resiste e si fa anzi largo una sacca di anti-vaccinisti convinti che evitare il vaccino la scelta migliore per la propria vita. Beh, se potessero, cinquemila persone direbbero a questa gente di ripensarci.