A Ischia bara bianca e un orsetto ai funerali di Giovan Giuseppe, ucciso a 22 giorni dalla frana
Un mazzo di fiori bianchi, adagiati su una bara, bianca anche quella, così piccola che basta una sola persona a portarla. Sopra c'è un orsetto di peluche giallo, un piccolo amico come quelli che accompagnano i primi giorni di un neonato e che ora, in una scena così straziante, sarà la compagnia anche di questo ultimo viaggio. Perché dentro quella bara, tanto piccola che fa male solo a pensare che ne esistano di così, c'è Giovan Giuseppe, la più giovane delle 12 vittime della frana di Ischia.
Le vittime della frana che ha devastato Casamicciola
Ventidue giorni, era nato il 4 novembre, portava il nome del Santo patrono di Ischia. É morto insieme alla sua famiglia, al papà, Maurizio Scotto Di Minico, 32 anni, e alla mamma, Giovanna Mazzella, 30 anni. Travolti all'alba di quel 26 novembre, quando su Ischia si è abbattuta l'alluvione e una colata di fango si è staccata dal monte Epomeo travolgendo Casamicciola. I corpi sono stati recuperati solo nei giorni successivi. I fidanzati Eleonora Sirabella e Salvatore Impagliazzo, che si erano accorti della frana e forse stavano cercando di fuggire.
Nikolinca Blagova Gancheva, la donna bulgara di 58 anni che viveva in Germania e si voleva stabilire ad Ischia, era sull'isola da quattro giorni per le pratiche per la nazionalità italiana. Gianluca Monti e Valentina Castagna, e i loro figli Maria Teresa, 6 anni, Francesco, 11 anni, e Michele, 15 anni: un'altra famiglia spazzata via dalla furia del fango. E Maria Teresa Arcamone, 31 anni: il suo corpo è stato l'ultimo a essere ritrovato, soltanto il 6 dicembre.
I funerali di Giovan Giuseppe, il neonato morto a Ischia
Oggi il vescovo Pascarella ha officiato i funerali del bimbo e dei suoi genitori nella piccola chiesa della Santissima Annunziata, la parrocchia della frazione di Campagnano, nella zona collinare di Ischia Porto. I parenti hanno voluto una cerimonia privata, così come è stato deciso per le altre vittime. "Vedere la bara di Giovan Giuseppe è stato un pugno nello stomaco", ha detto durante l'omelia monsignor Pascarella, che poi ha auspicato che "le istituzioni sappiano coniugare diritto alla casa e rispetto del territorio".
All'uscita del feretro, al suono delle campane, sono stati liberati in cielo decine di palloncini bianchi, una donna ha adagiato l'orsacchiotto di peluche sul legno sotto gli sguardi commossi con un gesto delicato come una carezza; un applauso ha accompagnato le bare dei genitori. I tre feretri sono stati condotti nel cimitero di Ischia porto per la sepoltura.