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A Cesa i funerali dei fratelli Marco e Claudio Marrandino, lungo applauso all’arrivo delle bare

L’avvocato 39enne e l’imprenditore edile 29enne sono stati uccisi sabato sulla Nola-Villa Literno; per il duplice omicidio è stato fermato un operaio 53enne.
A cura di Nico Falco
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L'arrivo delle bare dei fratelli Claudio e Marco Marrandino nella chiesa a Cesa
L'arrivo delle bare dei fratelli Claudio e Marco Marrandino nella chiesa a Cesa

Sono cominciati alle 18.30, nella chiesa di San Cesario, a Cesa (Caserta), i funerali di Marco e Claudio Marrandino, rispettivamente avvocato di 39 anni e imprenditore edile di 29, uccisi sabato scorso in via Astragata, all'uscita di Succivo della Nola-Vila Literno. Per la giornata di oggi il sindaco di Cesa, Vincenzo Guida, ha proclamato il lutto cittadino.

I funerali dei fratelli Marrandino a Cesa

Ieri a Cesa c'è stata una fiaccolata per ricordare le vittime, alla quale hanno preso parte oltre mille persone che hanno sfilato nella cittadina del Casertano portando lo striscione con le fotografie dei due giovani.

Le due bare, una bianca e l'altra marrone, sono state accompagnate verso la chiesa da uno scrosciante applauso lungo un minuto e dalle lacrime della comunità di Cesa, che per l'ultimo addio ai fratelli si è riunita riempiendo anche il piazzale esterno.

Il duplice omicidio sulla Nola-Villa Literno

Marco e Claudio Marrandino sono stati uccisi nel primo pomeriggio di sabato 15 giugno sulla Nola-Villa Literno, all'altezza dello svincolo per Succivo. Il duplice omicidio è avvenuto davanti ad una pattuglia dei carabinieri, che si era fermata dopo aver visto tre persone litigare; mentre il capopattuglia si avvicinava, un uomo ha tirato fuori la pistola e ha sparato verso i fratelli, che erano ancora in auto.

Claudio Marrandino è stato ucciso nell'abitacolo mentre Marco, che ha tentato la fuga a piedi, è stato colpito alle spalle. L'uomo ha puntato l'arma anche contro i militari ed è riuscito a dileguarsi dopo un inseguimento. È stato rintracciato poche ore dopo nella clinica Pineta Grande di Castel Volturno. Si tratta dell'operaio 53enne Antonio Mangiacapre; inizialmente ha detto di essere estraneo alla vicenda, e che l'automobile gli era stata rubata, ma in fase di convalida del fermo ha ammesso di avere sparato ai due fratelli e ha sostenuto di averlo fatto durante una lite per motivi di viabilità.

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