A Caivano la messa per Antonio Natale. Don Patriciello: “Chi sa e tace è complice di chi lo ha ucciso”
"Chi ha ucciso Antonio è stato disumano. Non sono semplici delinquenti, sono disumani. Chi sa chi è stato e non parla è più fetente di loro, ed è complice". Alza la voce, calca le parole, don Maurizio Patriciello dall'altare della chiesa del Parco Verde, durante l'omelia per il 22enne di Caivano ucciso ad ottobre. Punta il dito contro chi, in quello stesso conglomerato di palazzi e storie, potrebbe sapere e avrebbe scelto di non dire.
Il sacerdote di frontiera ha ricordato il ragazzo ieri, 4 novembre, ad un mese esatto dalla scomparsa. Data scelta per convenzione, perché non si può nemmeno parlare di trigesimo: soltanto l'autopsia, che si è svolta nei giorni scorsi, potrà dire quando è stato realmente ucciso Antonio, se lo hanno ammazzato il giorno in cui è sparito o se lo hanno prima torturato. Se in quel campo dove è stato ritrovato il 18 ottobre era stato già sepolto la sera del 4 ottobre o chissà quando.
Don Patriciello: "Chi sa chi ha ucciso Antonio e non parla è complice"
Don Patriciello, nello stile diretto e crudo che lo ha da sempre contraddistinto, ha rivolto nuovamente un appello alle madri, ultimo baluardo per fermare quella scia di bare bianche che spesso è chiamato a benedire. "Voi potete tanto, forse anche più dello Stato – ha detto – ma dobbiamo essere integerrimi. Se tuo figlio ti porta a casa anche un pezzo di pane, e tu sai che non sta lavorando, glielo devi tirare in faccia. Se ti porta anche un paio di scarpe, e non sta lavorando, gli devi chiedere dove le ha prese, chi gliele ha date. Gliele devi tirare in faccia. È l'unico modo per salvare questi ragazzi".
"Anna, lascia a Dio la vendetta, alle forze dell'ordine il loro dovere, tu libera il cuore dalla rabbia – ha aggiunto don Patriciello, rivolgendosi alla madre di Antonio Natale – tutta Italia ti ha visto gridare il tuo dolore per un mese. Questa gente è stata disumana. Il Signore ci deve fare la grazia che la bara bianca di Antonio sia veramente l'ultima in questo Parco Verde".
Antonio Natale ucciso a Caivano, funerali in forma privata
I funerali di Antonio Natale si sono tenuti in forma strettamente privata sabato scorsa a Caivano; per motivi di ordine pubblico il Questore di Napoli, Alessandro Giuliano, ha vietato la cerimonia e il corteo, come da prassi per vicende di sangue legate a dinamiche di camorra. La notizia dell'arrivo della salma al cimitero era però rapidamente circolata e decine di amici si erano rapidamente radunati all'esterno del cimitero con striscioni e palloncini.
Dal primo esame medico erano emerse sul corpo delle ferite compatibili con colpi di pistola; l'autopsia, eseguita nei giorni scorsi, servirà ad accertare le cause del decesso. Sull'intera vicenda, su cui indagano i carabinieri coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia, vige il più stretto riserbo; voci incontrollabili circolate a Caivano però fanno emergere l'ipotesi che, prima di essere ammazzato, il ragazzo potrebbe essere stato torturato.