Incidente Funivia del Monte Faito

La famiglia del ferito nel crollo della Funivia del Faito: “E’ una tragedia, speriamo Thabeet si riprenda”

Il cugino di Janan e Thabeet arrivato a Napoli da Catanzaro dove studio, con lui il fratello dei ragazzi israelo palestinesi, Mohammed e gli zii che vivono in Italia. Accanto a loro la Comunità palestinese.
A cura di Antonio Musella
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Ali Suleiman, cugino di Janan e Thabeet
Ali Suleiman, cugino di Janan e Thabeet
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La famiglia di Janan e Thabeet Suleiman, i due cittadini israelo palestinesi coinvolti nel crollo della funivia del Faito sono arrivati a Napoli. La salma di Janan si trova all'obitorio del cimitero di Castellammare di Stabia, mentre Thabeet, unico sopravvissuto al crollo della sua cabina, è ricoverato in rianimazione all'Ospedale del Mare di Napoli. La sua è ancora una prognosi riservata, le condizioni sono stabili ma è intubato. L'intervento a cui è stato sottoposto è riuscito. La sua famiglia è assistita dalla Comunità palestinese in Campania, a Napoli sono arrivati il fratello Mohammed, due zii, che vivono in Italia, ed il cugino, Ali Suleiman che studia in Italia a Catanzaro. Dopo il colloquio con i medici, la famiglia Suleiman ha atteso di poter entrare in rianimazione per vedere Thabeet.

Il cugino: "Era la prima volta in Italia per loro"

Fratello e sorella erano venuti per la prima volta in Italia, dove dopo Roma avrebbero visitato la Campania. "Si era la prima volta per loro in Italia" ci dice Ali Suleiman, il cugino. "Non ci sono parole per spiegare quello che è successo, si è una tragedia, una tragedia. Dio ha voluto così" spiega all'esterno dell'Ospedale del Mare. Con lui anche due colleghi di università, anche loro palestinesi, arrivati da Catanzaro per stare vicini alla famiglia. "Thabeet adesso sta bene, speriamo che si riprenda e che lì dentro vada tutto bene. Lui studia ingegneria è all'ultimo anno" racconta. Quando gli chiediamo se si aspetta giustizia per quello che è successo, Ali ci dice poche parole, ma chiare: "In Italia ci sono le leggi, e i diritti di tutti vanno rispettati". Il cugino riprende quanto sostenuto dal fratello di Janan e Thabeet, Mohammed Suleiman, che ha chiesto che sia fatta chiarezza su quello che è successo. La famiglia Suleiman è originaria di Mashadd vicino Nazareth, Janan faceva la farmacista a Gerusalemme, sui fratello Mohammed è medico internista, come sui zio Marie che lavora nelle Marche in un ambulatorio medico. Accanto a loro si sono stretti altri palestinesi, alcuni provenienti da Roma, dove vive l'altro zio, Ahmed, altri invece che vivono a Napoli. Sono diverse le persone che portano sostegno alla famiglia Suleiman in queste ore. Fuori alla terapia intensiva dove si trova Thabeet, c'è coscienza che il ragazzo stia compiendo uno sforzo importante per restare in vita, vista la spaventosa dinamica dell'accaduto. Una caduta con schiacciamento da altezza considerevole. "Sono due ragazzi rispettosi, studiosi, sono bravissimi" dice Alì.

"Speriamo di accelerare il rientro della salma di Janan"

Shafik Kurtam è il presidente della Comunità palestinese in Campania, anche lui medico, e dalle prime ore ha accolto la famiglia Suleiman. Stamattina c'è stato il riconoscimento della salma di Janan a Castellammare e poi il punto con i medici dell'Ospedale del Mare. "Le condizioni di Thabeet sono stabili – spiega il dottor Kurtam – è intubato ma stabile, nonostante le varie fratture, nonostante lo schiacciamento che ha subito, è stato operato ieri per le fratture agli arti inferiori e al bacino. Ha un'emorragia celebrale stabile, di piccole dimensioni e stabile, ha una frattura al collo, che per fortuna non ha danneggiato il midollo spinale. L'unico dato preoccupante è quello dell'insufficienza renale acuta che è quello scaturito dalla sindrome da schiacciamento dopo la caduta della funivia". Nei prossimi giorni, a quanto apprende Fanpage.it da fonti mediche, si proverà gradualmente a estubarlo e quindi a iniziare il percorso di ripresa. Thabeet passerà comunque diverso tempo all'Ospedale del Mare di Napoli, dove è assistito pienamente dal personale medico. Per Janan invece bisognerà avviare le pratiche per il trasporto della salma nel suo paese. I genitori, anziani, non hanno affrontato il viaggio per venire in Italia, dove è invece presente il fratello Mohammed. "Noi ci siamo attivati subito come comunità, appena abbiamo saputo, subito dopo il ricovero del ragazzo in ospedale – sottolinea Kurtam – anche il consolato e l'ambasciata israeliana si erano detti pronti ad assistere i genitori e ad occuparsi del rimpatrio della salma. Noi ci stiamo occupando di dare oltre che un'assistenza materiale anche un'assistenza legale alla famiglia, per consentire l'accelerazione del rientro della salma di Janan".

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