“Armi sufficienti a distruggere la Russia”, le minacce ad Alfieri dopo la rottura del patto sul voto di scambio

Se Franco Alfieri avesse voluto "fare la guerra" con Roberto Squecco, e non rispettare il patto elettorale sul voto di scambio, l'imprenditore sarebbe stato pronto, perché "dispone delle armi e delle munizioni a sufficienza per distruggere la Russia". Era questo il tenore delle minacce che sarebbero state rivolte a Mariarosaria Picariello, assessore di Capaccio-Paestum, affinché riferisse il messaggio ad Alfieri, all'epoca sindaco del comune del Cilento. I particolari emergono dall'ordinanza da 10 arresti eseguita oggi, 27 marzo, dalla Direzione Investigativa Antimafia e della Direzione Distrettuale Antimafia: sei indagati in carcere, gli altri quattro ai domiciliari.
Il patto per il lido Kennedy
I messaggeri, identificati nel vigile urbano Antonio Bernardi e nel consigliere comunale Michele Pecora, secondo gli inquirenti arrivavano per conto di Roberto Squecco, imprenditore delle pompe funebri e già condannato in via definitiva per associazione per delinquere di tipo mafioso in quanto ritenuto esponente dell'ala imprenditoriale del clan Marandino. È l'uomo che, in occasione della prima elezione di Alfieri, nel 2019, fece sfilare un corteo di ambulanze per festeggiare tra le strade cittadine.
Il presunto voto di scambio avrebbe riguardato proprio le amministrative del 2019 e al centro ci sarebbero state le sorti del lido Kennedy di Capaccio-Paestum, che rientrava negli interessi di Squecco: l'imprenditore, ricostruiscono i magistrati, avrebbe voluto rientrare in possesso della struttura tramite meccanismi di intestazione fittizia. A scatenare la sua ira sarebbe stata la disposizione del Comune di demolire parte del lido balneare per motivi di incolumità pubblica a seguito di eventi atmosferici che l'avevano fortemente danneggiata.
Voto di scambio, 10 arresti a Capaccio-Paestum
L'ordinanza è stata firmata dal gip Annamaria Ferraiolo su richiesta della Procura guidata dal procuratore Giuseppe Borrelli. Il carcere è stato disposto per Roberto Squecco, Antonio Bernardi, Antonio Cosentino, Domenico e Vincenzo De Cesare, e per Angelo Genovese. Ai domiciliari, invece, l'ex sindaco Franco Alfieri (già ai domiciliari per altra causa), Stefania Nobili, Michele Percora e Mariarosaria Picariello.