A Torre Annunziata i commercianti stritolati da 3 clan: 11 arresti

I Gionta, i Gallo-Cavalieri, i gruppi criminali riuniti nel Quarto Sistema: tre clan diversi, tutti attivi nella stessa zona. E, in un contesto del genere, è facile immaginare le conseguenze: spaccio di droga conteso a suon di agguati, imprenditori spremuti fino all'estremo per il pizzo. Scenario ricostruito dai carabinieri che, coordinati dalla Procura di Napoli, hanno eseguito oggi, 24 marzo, un'ordinanza cautelare per 11 persone: per 9 è stato disposto il carcere, per gli altri due sono scattati i domiciliari.
Il provvedimento, affidato ai militari del gruppo di Torre Annunziata, è stato emesso dalla sezione Riesame del Tribunale di Napoli in seguito all'appello della Direzione Distrettuale Antimafia. Le accuse per i destinatari sono, a vario titolo, di estorsione e detenzione di droga ai fini di spaccio, delitti aggravati dal metodo mafioso. Per gli inquirenti gli indagati avrebbero agito per favorire i Gallo-Cavalieri, i Gionta e il "IV Sistema".
I minorenni per compiere estorsioni
Nel mirino del clan, hanno ricostruito gli inquirenti, ci finivano praticamente tutti: rivendite all'ingrosso di abbigliamento e di prodotti ittici, ristoranti, agenzie di scommesse, società di autotrasporto e sale giochi. I più vessati erano le agenzie funebri: a seconda del numero di funerali organizzati, la camorra pretendeva tra 4mila e 4.500 euro. Per imporre il pizzo venivano usati anche dei minorenni, come dimostra un episodio documentato tra il 2016 e il 2017 ai danni di un commerciante di prodotti ittici. Nemmeno durante la pandemia Covid, e quindi col conseguente mancato guadagno per i commercianti, i clan si erano fermati: pretendevano ugualmente i pagamenti.
Gli agguati per il territorio conteso
I tre clan coinvolti, ricostruisce ancora la Procura, erano tutti attivi nello stesso territorio e rivali. Per questo motivo non sono mancati agguati per questioni di territorialità. Tra questi si inquadra il tentato omicidio di Salvatore Gallo, risalente al 16 settembre 2018; secondo la Dda a sparare in quella occasione fu Michele Colonia, e la vittima si salvò soltanto grazie alla sua prontezza di riflessi: nonostante i colpi fossero stati esplosi da distanza ravvicinata, riuscì a infilarsi in un palazzo e a chiudersi in casa.