Lucia Simeone ai domiciliari, l’avvocato della segretaria di Martusciello: “Contestate fatture inesistenti”

Va ai domiciliari Lucia Simeone, la segretaria dell'europarlamentare Fulvio Martusciello (Fi) – non indagato – accusata di aver intascato parte di una presunta tangente per favorire la società cinese dei telefonini Huawei sul 5G. La 48enne, dal 20 marzo nel carcere di Secondigliano in esecuzione di un mandato di arresto europeo. La Procura belga le contesta i reati di associazione per delinquere, corruzione e riciclaggio, è tornata a casa ai domiciliari concessi dalla Corte di Appello di Napoli.
La donna, assistita dall'avvocato Antimo Giaccio, è stata ascoltata ieri dal giudice Corinna Forte della Corte d'Appello di Napoli. Simeone ha risposto a tutte le domande, respingendo ogni accusa. L'inchiesta è incentrata su presunte tangenti, per circa 46mila euro, che sarebbero state versate ad alcuni politici per spendersi in Europa, attraverso una lettera, a favore di Huawei sul 5G. Le autorità belghe, intanto, avrebbero chiesto l'estradizione. Simeone si è detta pronta a rispondere punto per punto ad ogni accusa e disponibile ad affrontare il processo per ristabilire la verità. "Non ha nulla da nascondere", ha assicurato il suo legale Giaccio.
L'avvocato: "Quelle fatture contestate non esistono"
La difesa però respinge ogni addebito. Nello specifico, la Procura Belga contesterebbe alla Simeone, secondo quanto emergerebbe dalla traduzione ritenuta fedele agli atti, il concorso nell'emissione di due fatture che, secondo il legale della 48enne, sarebbero "assolutamente inventate, in quanto l'indagata non è intestataria di alcuna una partita iva e non gestisce attività che le contemplino".
Secondo il penalista che difende la collaboratrice di Martusciello, "i soldi a cui fanno riferimento – ha detto – sarebbero bonifici ricevuti dall'ex collega portoghese dell'europarlamentare Fulvio Martusciello, Miguel Benoliel de Carvalho Wahnon Martens, una persona con la quale Lucia Simeone ha un rapporto amicale oltre che di colleganza e al quale anche lei ha fatto bonifici, ma di carattere personale, da 4-500 euro ciascuno". Si tratterebbe, secondo il legale, di "accuse farneticanti, deliranti".