Soldi della camorra riciclati in mezza Italia, confisca da 294 milioni a imprenditore

Terreni, automobili, immobili e rapporti finanzieri: vale 294 milioni di euro il tesoro confiscato ad Antonio Passarelli, l'imprenditore che, secondo quanto emerso dalle indagini, riciclava in mezza Italia i soldi di diversi clan di camorra. Per le proprietà, già finite sotto sequestro nel dicembre 2022, è ora scattata la confisca di primo grado . Dalle indagini delle fiamme gialle è emersa anche una evasione delle tasse sistematica e una sproporzione palese tra i redditi ufficiali dell'uomo e del suo nucleo familiare e i beni posseduti.
Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla sezione per l'applicazione delle misure di prevenzione del Tribunale di Napoli e riguarda 18 società, 9 autoveicoli, 21 rapporti finanziari e 631 immobili e terreni, ubicati nelle province di Bologna, Ravenna, Napoli, Benevento, Caserta, Latina, Sassari e Campobasso. Secondo le indagini del Gico del Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Napoli e della Dda partenopea Passarelli sarebbe stato una sorta di figura trasversale specializzata nel riciclo dei soldi provenienti da affari illeciti e avrebbe investito in diversi settori commerciali, soprattutto in quello degli investimenti immobiliari. All'imprenditore si sarebbero rivolti diversi clan, che avrebbero affidato a lui montagne di denaro: non solo i Mallardo, ma anche i Di Lauro, gli Scissionisti, i Puca, gli Aversano, i Verde e i Perfetto. E il denaro sarebbe stato investito in varie regioni italiane: oltre che in Campania anche nel Lazio, in Sardegna, nel Molise e in Emilia Romagna.
Le indagini, svolte dai Nuclei Pef della Guardia di Finanza di Napoli e Bologna in collaborazione col Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, hanno anche evidenziato che Passarelli ha effettuato operazioni di riciclaggio e intestazione fittizia dei beni (quest'ultima condotta è stata accertata con sentenza di condanna definitiva) per un lungo arco temporale.