Terremoto a Bagnoli, punto di raccolta nella ex Nato. I cittadini: “Chiediamo più tutele”

È stato uno dei momenti di maggiore tensione nelle ore immediatamente successive alla scossa di terremoto di magnitudo 4.4 che ha colpito i Campi Flegrei e la città di Napoli la scorsa notte. Circa 250 persone hanno aperto i cancelli dell‘area ex NATO per trovare riparto all'interno e passare lì la notte. Una protesta che vi avevamo mostrato subito e che ha visto un lungo tira e molla tra forze dell'ordine e cittadini impauriti. Tra le prima misure prese dalla Protezione Civile c'è stata proprio l'apertura di un punto di raccolta permanente all'interno della ex base NATO, come chiedevano i cittadini. Precedentemente il punto era previsto su via della Liberazione, quindi all'esterno dell'ex area militare. Non ci saranno posti letto ma un'area di raccolta, sosta e sostegno. I cittadini di Bagnoli si sono ritrovati in assemblea proprio davanti alla zona che ospiterà il punto di raccolta permanente. "Dobbiamo convivere con il terremoto, lo sappiamo, ma chiediamo di poter convivere e vivere dignitosamente", hanno spiegato.
Apre il punto di raccolta permanente: 120 posti nell'ex base
Gli attivisti della Casa del Popolo Villa Medusa hanno guidato la protesta davanti all'ex sito militare di via della Liberazione ed oggi hanno promosso un'assemblea pubblica alla quale hanno preso parte centinaia di cittadini del quartiere. Il punto di raccolta permanente richiesto ci sarà. Potrà ospitare 120 persone, non ci saranno posti letto, che invece ci sono nella sede della Municipalità in via Acate, ma sarà un centro di sosta e supporto. Sarà presente un presidio medico e uno psicologico che garantirà la Asl Napoli 1.
Soprattutto, l'impressione è che davanti al continuo stress psicologico dovuto alle scosse continue, è solo lo stare insieme che permette alle persone di riuscire ad andare avanti. Era assolutamente percepibile nella notte della scossa per le strade di Bagnoli, dove vicini di casa, parenti e amici si riunivano e metabolizzavano l'accaduto, recuperando lucidità e combattendo la paura. Ed è visibile in tutti i momenti pubblici, come l'assemblea davanti all'ex base. La comunità garantisce solidarietà e comprensione. Chi vive qua sa benissimo che deve convivere con il terremoto, ma chiede solo di poterlo fare continuando ad avere una vita.
"L'apertura del punto di raccolta permanente purtroppo è frutto anche della rabbia di ieri sera – spiega Walter Iannuzzi di Villa Medusa – è però una prima risposta davanti alla domanda primaria che si fanno i cittadini, ovvero cosa fare quando arriva una scossa. Ecco: ora si potrà venire dentro la ex base NATO". L'assemblea è molto partecipata, ci sono persone che sono ancora accampate in auto su via della Liberazione dalla notte precedente. Intanto il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha parlato di uno stress test per gli edifici con esito tutto sommato positivo.
"Abbiamo sentito le parole del Sindaco – spiega Iannuzzi – vorremmo dire che lo stress che stiamo vivendo da un anno e mezzo non aveva bisogno di altri test, sappiamo benissimo qual è la situazione. Se era però un test per le vie di fuga possiamo dire che è fallito, ieri sera a Bagnoli non si poteva camminare in auto, le persone sono scese in strada con i cuscini in mano e i bambini avvolti nelle lenzuola, significa che non ha funzionato. Noi siamo coscienti di tutto, le persone però non andranno via, ma non perché gli piace vivere sul mare tra Bagnoli e Pozzuoli, ma perché qui hanno una casa, un lavoro, una famiglia, se anche venissero spostate altrove, come farebbero a vivere la loro quotidianità? Chiaramente sarebbe impossibile, quindi noi ci vogliamo convivere, ma garantendo però una vita dignitosa".
"Lo Stato deve aiutarci, aspettano i morti?"
I toni nell'assemblea pubblica sono diversi, c'è chi prende il megafono per un intervento più articolato e con tono sereno e chi, comprensibilmente, si lascia trasportare dall'emozione. Tra gli interventi anche quello di una donna di Pozzuoli, sfollata dopo la scossa del 20 maggio scorso: "Ci sono stati 11 feriti (sono 13 ndr), ma stiamo aspettando i morti? Stanno aspettando che contiamo i morti? Lo Stato ci deve aiutare". E la lista delle esigenze e soprattutto dei fenomeni speculativi che inevitabilmente ne conseguono da ogni stato di crisi, è davvero lunga. "Io sono sfollata – ci dice la donna – non riesco a trovare casa in affitto perché c'è tanta domanda e i prezzi sono alle stelle, in questo lo Stato deve aiutarci, non con le ipotesi astruse come la deportazione fuori regione, ma lo sanno i presidenti delle altre Regioni che noi dobbiamo andare lì? E dove ci mettono? In un capannone? E chi ci mantiene?".
Domande legittime seppur dettate dall'emozione del momento, che raccontano come la pianificazione e la stesura dei piani tenga oggettivamente poco conto del fatto che parliamo della vita di migliaia di persone. Ma la consapevolezza dell'ineluttabilità dei terremoti nei Campi Flegrei è assolutamente di patrimonio comune, ed è proprio per questo che monta la rabbia. "Noi sappiamo benissimo dove viviamo – ci dice Rosa Esposito, consigliera della Municipalità X di Bagnoli e Fuorigrotta – tutto ciò che succede è già preannunciato, proprio per questo dovremmo avere delle strutture e degli interventi fissi e permanenti, non è che prima ci sono le scosse e poi tutti fanno le riunioni. Oggi si apre il punto di raccolta permanente nella ex base NATO, dopo che ieri sera i ragazzi hanno forzato i cancelli, ma noi dovevamo già trovare le aree di sosta, l'accoglienza, il supporto, proprio perché sappiamo che qui ci saranno sempre i terremoti. Io era con mia nipote di un anno, mia figlia e mio figlio qui in macchina, mi sono messa ad aiutare la Protezione Civile, ma sono arrivati tardi".
Difficile definire una lista di priorità, ma di sicuro è la comunità che riesce ad auto supportarsi, perché è senza dubbio l'impatto psicologico, più di ogni altro danno agli edifici, che sta lasciando i maggiori segni di questa crisi bradisismica nei Campi Flegrei. Prendersi cura della comunità significa stare anche con la comunità, prendersi qualche fischio, ma impegnarsi a preservare quell'ambito come primo strumento di protezione verso un crollo psicologico collettivo che sembra essere dietro l'angolo. Intanto il Sindaco ha convocato il consiglio comunale monotematico sul bradisismo, sarà il prossimo 28 aprile. Tra più di un mese.