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Giugliano, le mani del clan Mallardo sulle elezioni: l’ex sindaco Poziello tra i 25 arrestati

Ordinanza cautelare nei confronti di 25 persone, ritenute legate al clan Mallardo di Giugliano in Campania; i provvedimenti eseguiti dai carabinieri del Ros, tra le accuse il voto di scambio politico-mafioso.
A cura di Nico Falco
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Il clan Mallardo come un antistato, un sistema di potere parallelo che interveniva anche nelle controversie tra privati ed era capace di infiltrarsi senza troppi problemi nella politica, condizionando le elezioni. Realtà che emerge dall'indagine dei carabinieri che ha portato al blitz scattato all'alba di oggi, 3 febbraio: ordinanza cautelare per 25 persone (20 in carcere e 5 agli arresti domiciliari), ritenute legate al clan che, da decenni, spadroneggia nel comune di Giugliano in Campania ed è ai vertici dell'Alleanza di Secondigliano.

Tra gli arrestati figura anche Antonio Poziello, ex sindaco di Giugliano in Campania. Eletto per la prima volta nel 2015 e sfiduciato durante il mandato, cinque anni dopo si era ripresentato cn una coalizione che però era stata battuta da quella dell'attuale sindaco, Nicola Pirozzi. Poziello e Pirozzi sono entrambi coinvolti in una indagine sulla gestione dell'affidamento del servizio di raccolta rifiuti urbani, il pm della Procura di Napoli Nord aveva chiesto gli arresti domiciliari ma la richiesta era stata respinta dal gip.

Le attività illecite, hanno ricostruito gli inquirenti, sarebbero state poste in essere anche per alimentare la "cassa comune" del clan, gestita per il sostentamento degli affiliati, compresi i detenuti, e dei loro familiari. Il gruppo criminale, inoltre, si sarebbe posto come mediatore e come paciere anche in controversie tra privati cittadini in disaccordo tra loro. Capitolo a parte, quello delle elezioni: i Mallardo sarebbero intervenuti nella campagna elettorale per le Comunali di Giugliano in Campania che si sono svolte nel settembre 2020.

In campo i carabinieri del Ros, col supporto del Comando Provinciale di Napoli. Gli indagati sono gravemente indiziati, a vario titolo, di associazione mafiosa, scambio elettorale politico-mafioso, estorsione, tentata estorsione, usura, trasferimento fraudolento di valori, corruzione ed altro, delitti aggravati dal metodo mafioso e con la finalità di favorire il gruppo criminale che fa capo alla famiglia Mallardo. Contestualmente il gip del Tribunale di Napoli, oltre alle misure cautelari, ha emesso un decreto di sequestro preventivo di beni per alcuni milioni di euro, tra rapporti finanziari, terreni, fabbricati, aziende e società.

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