La Federico II vuole aprire una sede in Egitto. Gli studenti contrari: “Ricordate Regeni e Zaki”
L'Egitto non sarebbe un luogo sicuro per gli studenti, e a testimoniarlo ci sarebbero le vicende di Giulio Regeni, ucciso nel 2016, e di Patrick Zaki, detenuto per un anno. A sostenerlo è l'Unione degli Universitari, che si dice totalmente contraria al progetto della Federico II di Napoli di approvare una partnership con una società egiziana al fine di istituire una sede dell'università al Cairo.
L'Udu ha espresso la propria posizione con un post sul profilo ufficiale Instagram in merito al progetto, che è stato uno dei punti all'ordine del giorno nell'ultima seduta del Senato Accademico.
"Riteniamo che l'Egitto del presidente al-Sisi sia tutto fuorché uno spazio sicuro per gli studenti – si legge nel post – considerando le terribili vicende che hanno riguardato Giulio Regeni, dottorando italiano rapito, torturato e ucciso proprio al Cairo nel 2016, e Patrick Zaki, studente e attivista egiziano detenuto ingiustamente tra il 2020 e il 2021″.
Nel messaggio, l'Udu sostiene che aprire una sede al Cairo andrebbe contro il documento adottato negli ultimi mesi dall'ateneo, con cui l'Università si impegnava "a favore di una riflessione sui principi etici e deontologici che devono orientare le attività di ricerca, didattica e di terza missione/impatto sociale e la stipula di accordi internazionali del nostro Ateneo".
A seguito della discussione, la proposta è stata rimandata. "Speriamo – conclude l'Udu – che una più attenta riflessione convinca i membri del Senato accademico e la governance di ateneo tutta che la proposta in questione è totalmente irricevibile".