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La Sonrisa resta aperta: il Tar sospende revoca delle licenze per il Castello delle Cerimonie

Potrà restare aperto fino al 9 gennaio, ma solo per le attività già programmate, il Grand Hotel La Sonrisa: il Tar ha sospeso la revoca delle licenze.
A cura di Nico Falco
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Matteo Giordano e Imma Polese, titolari del ristorante-albergo "La Sonrisa"
Matteo Giordano e Imma Polese, titolari del ristorante-albergo "La Sonrisa"

Licenze revocate, e il Grand Hotel La Sonrisa chiude. Anzi, no. Dopo l‘annuncio del sindaco di Sant'Antonio Abate, Ilaria Abagnale, è la volta del Tar, che firma un nuovo stop: la revoca è sospesa fino al prossimo 9 gennaio. Quasi un altro mese, insomma, nel quale l'attività, nota al grande pubblico anche per il format televisivo "Il Castello delle Cerimonie", potrà continuare a lavorare, ma soltanto in relazione agli eventi già programmati e alle prenotazioni alberghiere già accettate.

Sonrisa, il Tar sospende la revoca delle licenze

I giudici amministrativi mettono nero di ritenere che "sia opportuno disporre la sospensione del provvedimento impugnato fino alla camera di consiglio del 9 gennaio 2025, al fine di consentire la prosecuzione dell'attività commerciale". La Sonrisa potrà quindi restare aperta, ma con determinate limitazioni: l'attività potrà riguardare soltanto gli eventi già in programma (di cui viene indicato un elenco) e le prenotazioni alberghiere già effettuate; non potranno essere svolte, di conseguenza, attività ed eventi di altro genere. Il Tar ordina infine al Comune "di controllare il rispetto dei termini della presente misura cautelare".

L'annuncio del sindaco sulla revoca delle licenze

Questa mattina il sindaco Abagnale aveva fatto sapere che il provvedimento di revoca delle licenze e per la ristorazione era stato notificato alle tre società che, fino ad oggi, hanno gestito il "Grand Hotel La Sonrisa", procedura che si inquadra nell'iter che dovrà portare alla completa acquisizione del bene a patrimonio comunale a seguito di una sentenza definitiva che prevede la confisca per il reato di lottizzazione abusiva.

"Nelle prossime settimane – aveva aggiunto il sindaco di Sant'Antonio Abate – il Consiglio Comunale sarà chiamato a pronunciarsi sui primi atti d'indirizzo per il futuro degli immobili e dell'area di circa 44mila metri quadrati che entreranno a far parte delle proprietà del Comune abatese. Un primo passo per dare nuova vita a quell'area seguendo i dettami della sentenza della Corte di Cassazione, che ha indicato come alternative la demolizione o il recupero del compendio immobiliare attraverso una pianificazione".

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