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Scuole Napoli, 1 su 4 non paga la refezione: in arrivo accertamenti a Natale. E il Comune valuta il ticket

Se non si prenderanno provvedimenti contro l’evasione delle rette delle mense, il Comune dovrà aumentare le tariffe.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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A Napoli una famiglia su quattro non paga la refezione scolastica per i propri figli che frequentano le scuole pubbliche. In arrivo migliaia di lettere di accertamento esecutivo per Natale. Tra le ipotesi al vaglio del Municipio per la lotta all'evasione della retta per la mensa, anche la possibilità di introdurre in alternativa un ticket pre-pagato per i pasti. È quanto emerge dal report del Comune di Napoli, illustrato in commissione Scuola, presieduta da Aniello Esposito, alla quale hanno partecipato anche l’assessora all’Istruzione, Maura Striano, e l’assessore al Bilancio, Pier Paolo Baretta.

Al centro dell'incontro il tema della sostenibilità economica del servizio di refezione scolastica e le possibili strategie per garantire il diritto al pasto agli studenti, riducendo al contempo il gap tra costi e ricavi. Se non si prenderanno misure contro l'evasione, infatti, il Comune potrebbe essere costretto dall'anno prossimo ad aumentare le tariffe. L’assessora alla Scuola, Maura Striano, ha evidenziato la necessità di "esplorare soluzioni che minimizzino l’impatto sociale di un eventuale adeguamento delle tariffe. Si stanno valutando ipotesi per garantire equità e sostenibilità senza gravare eccessivamente sulle famiglie".

Il report del Comune sulle mense: 1 su 4 non paga

Gli uffici comunali hanno spiegato che il costo del servizio è attualmente coperto al 51%, superando di gran lunga il 36% previsto dalle normative, con una spesa complessiva di 20 milioni di euro annui, di cui 10 coperti dalle tariffe e solo 7 effettivamente riscossi. L'evasione si attesta intorno al 25%, percentuale migliore rispetto a quella di TARI e sanzioni amministrative, ma mostra una tendenza al miglioramento. Rispondendo poi a una domanda del consigliere Sergio D'Angelo, gli uffici hanno evidenziato che, rispetto ai Comuni del Centro-Nord, le tariffe napoletane risultano più basse, mentre sono in linea con quelle del Centro-Sud.

In arrivo le lettere di accertamento per gli evasori

Il presidente Esposito ha proposto un piano mirato di lotta all’evasione e un sistema che consenta di recuperare i costi per i pasti non usufruiti. In linea con questa proposta, l’assessora Striano ha riferito che è già in corso un miglioramento delle modalità di riscossione attraverso l’accertamento esecutivo affidato alle municipalità.

L’assessore Baretta ha chiarito che il problema principale risiede nel divario tra il costo del servizio, in crescita, e una riscossione ancora insufficiente. Ha spiegato che, pur non essendo in discussione l’erogazione dei pasti, è necessario affrontare lo squilibrio economico, individuando soluzioni come un adeguamento tariffario per fasce specifiche, formule di riscossione più stringenti e l’introduzione di un sistema di erogazione sul modello del "ticket", da acquistare preventivamente e da utilizzare in occasione del pasto. Ha infine sottolineato che un eventuale affidamento della riscossione a realtà più strutturate e specializzate, si tradurrebbe in un alleggerimento per gli uffici municipali.

Il consigliere Sergio D’Angelo (Napoli Solidale – Europa Verde – Difendi la Città) ha richiesto un’analisi comparativa dei sistemi adottati in altri Comuni per orientare le decisioni future, mentre il consigliere Toti Lange ha suggerito un approfondimento sui menù offerti, per garantire che il servizio promuova la varietà e la qualità alimentare.

Salvatore Flocco (Movimento 5 Stelle) ha definito valido il sistema attuale, che evita sprechi e prevede che le famiglie paghino solo per i pasti consumati. Vanno invece affrontati i problemi incontrati da diverse Municipalità, sia nella fase della gara che in quella della riscossione, valutando modelli alternativi. In chiusura, l’assessora Striano ha ribadito l’importanza della refezione scolastica, definendola "non solo uno strumento per promuovere l’educazione alimentare e il mangiare sano, ma anche essenziale per garantire il diritto allo studio".

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