Stellantis a Pomigliano, i lavoratori Trasnova inviano una lettera a Mattarella: “Ridateci dignità”
"Serenità, dignità e lavoro". Questo è quanto hanno chiesto i lavoratori della Trasnova in una lettera indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in cui viene illustrata lo stato della vertenza e viene richiesto un intervento affinché alcun posto di lavoro vada perso. A dare notizia della missiva, Mauro Cristiani, segretario generale Fiom Napoli e Mario Di Costanzo, responsabile settore automotive Fiom Napoli.
Nel frattempo, il prossimo martedì è atteso l'incontro con Stellantis al Ministero delle Imprese e del Made In Italy: l'auspicio è che possa emergere qualche proposta per salvaguardare le attività lavorative e livelli occupazionali. Lo scorso 7 dicembre, infatti, sono già arrivate lettere di licenziamento per 97 dipendenti, 54 di quali lavorano a Pomigliano.
Il contenuto della lettera dei lavoratori Stellantis a Pomigliano
A rendere nota la notizia è l'agenzia di stampa Ansa, che riporta integralmente la lettera inviata a Mattarella.
"Caro Presidente, ti scrivono i 54 lavoratori della Trasnova che lavorano allo stabilimento Stellantis Gianbattista Vico di Pomigliano d'Arco", esordiscono nella missiva. "Dal 2 dicembre siamo in presidio permanente davanti ai sei ingressi della fabbrica perché Stellantis ha deciso di non rinnovare la nostra commessa. Trasnova ci ha mandato le lettere di licenziamento, a fine anno non avremo più certezze per il nostro futuro", dicono raccontando la situazione che si trovano a vivere.
I lavoratori nella lettera a Mattarella: "Siamo vittime di una grande ingiustizia"
"In questi anni abbiamo sempre lavorato, con i soldi del nostro stipendio abbiamo portato avanti le nostre famiglie – spiegano, ricordando il loro ruolo nell'azienda – Qualche desiderio l'abbiamo realizzato, molti li abbiamo messi da parte perché il nostro stipendio non è molto alto, siamo tutti operai. Dall'anno nuovo saremo tutti disoccupati alla ricerca di un posto di lavoro e si sa che al sud è più complicato", aggiungono. "Qualcuno già sta pensando che forse è meglio andare al nord. Noi crediamo di essere vittime di una grande ingiustizia, Stellantis fa pagare anche a noi la buonuscita di 136 milioni di euro di Carlos Tavares".
C'è una differenza sostanziale, però, fra loro e Tavares: "Noi dovremo cercare un nuovo lavoro per vivere, lui può anche decidere di non lavorare più per tutta la vita – sottolineano – Ecco perché chiediamo di aiutarci a te che rappresenti tutti gli italiani, noi vogliamo solo lavorare e vedere le nostre famiglie serene come pochi giorni fa, ti chiediamo di stare dalla nostra parte per farci restituire lavoro, serenità e dignità".