Scampia, gli abitanti fuori dalla Vela Gialla: “Difficile lasciare questo posto, ma è pericoloso”

Sgomberata dopo oltre 40 anni la Vela Gialla, sistemati gli ultimi 14 nuclei familiari rimasti grazie al sussidio del Comune. Inizia l’attesa per i nuovi alloggi, i primi dovrebbero arrivare nel 2025.
A cura di Antonio Musella
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Gli ultimi irriducibili sono circa 14 nuclei familiari. Alla fine usciranno tutti da soli. Non erano rimasti nella Vela Gialla perché ostinati a restare in un edificio pericolante, ma perché ancora non sono riusciti a trovare una sistemazione. Nonostante il sussidio erogato dal Comune di Napoli, non hanno ancora strappato un contratto d'affitto. Alla fine sarà l'ente a farsi carico di loro: in parte saranno ospitati in albergo a spese del Comune fin quando non troveranno la casa in affitto; altri invece saranno sistemati in alloggi messi a disposizione dalla Curia di Napoli.

Si svuota così dopo oltre 40 anni la Vela Gialla, lo stabile che è stato il cuore pulsante della lotta degli abitanti delle Vele. Qui c'era la sede storica del comitato di lotta, qui si sono tenute le prime assemblee, le prime proteste che hanno portato poi a tanti piani di abbattimento e ricostruzione che si sono succeduti negli anni. A fine mese toccherà anche alla Vela Rossa, l'ultima rimasta. Le strutture sono state dichiarate inagibili già a settembre, mentre le notifiche di sgombero sono arrivate già ad ottobre. Ora si aprirà il cantiere per la demolizione. Il Comune ha annunciato che le ruspe dovrebbero iniziare ad entrare in azione già entro la fine dell'anno, per completare l'opera a metà 2025. Parallelamente si procederà alla costruzione dei primi 160 alloggi, dei 433 rimasti da fare per completare il piano di ricostruzione.

"Di notte cadono pietre, qui fa paura"

Alle 7 del mattino nella Vela Gialla l'atmosfera è quella che somiglia molto a un film horror. Spettrali i corridoi in ferro che danno accesso agli alloggi abbandonati. I rifiuti sono ovunque, mobili, calcinacci, spazzatura. Ha ripreso a perdere anche la tubatura dell'acqua che termina nei terranei allagando tutta l'area dei box. Camminare su queste passerelle mette apprensione. Il pericolo è evidente tra buchi nel ferro, calcinacci caduti, pietre sparse qui e lì, tra case murate da poco con scritte spray sui muri di commiato e quelle abbandonate da tempo, sventrate senza nemmeno le pareti.

È qui che incontriamo Francesca, 19 anni, nata e cresciuta nella Vela Gialla. "Noi siamo ancora qua perché non abbiamo trovato ancora una casa in affitto – ci spiega – siamo in difficoltà, non abbiamo busta paga, e non possiamo dare gli anticipi, abbiamo fatto accesso al sussidio del Comune ma non riusciamo a trovare chi ci affitta casa".

Con lei parliamo su uno dei ballatoi spettrali, senza più vetri, con mobili abbandonati lungo le scale da chi è già andato via. "Qui fa paura la notte – ci dice Francesca – si sentono le pietre che cadono, sulle scale, ma anche sotto fino ad arrivare ai terranei, ci sono un sacco di rumori. Io spero sempre che sotto non c'è nessuno, ma anche io potrei passare in un momento sbagliato ed essere colpita da una pietra".

Chi è rimasto ancora qui ha però tutto già pronto per uscire: i bagagli, la Tv, la lavatrice, il frigo, tutto pronto ma ancora verso l'ignoto, mentre sono più di 40 anni che aspettano le case nuove. "Noi vogliamo andare via, non vogliamo rimanere, ormai dopo 40 anni devono essere abbattute, ma non è facile. Perché qui c'è tutta la nostra vita, io ci sono cresciuta, sono 19 anni che sto qua" conclude la giovane abitante della Vela Gialla.

Le scritte di chi è andato via dalla propria casa

Fuori gli alloggi abbandonati le scritte strappano il cuore e mostrano la dignità di questa comunità di persone, costrette a vivere per decenni in condizioni inumane, frutto di un'emergenza abitativa che si aggrava sempre di più. "Dove ognuno nasce giudicato" si legge su una delle facciate della Vela Gialla, strofa del rapper Enzo Dong nel celebre brano "Secondigliano Regna". "Grazie di tutto, ti amo 409" c'è scritto fuori a un alloggio indicandone l'interno. "Grazie Mamma Vela" campeggia su un balcone. Nessuno sceglie di vivere nelle Vele, si è costretti, come la signora che incontriamo all'ingresso. Ha due cani, due merli, un passerotto, due tartarughe e un pesce rosso: "Non li lascio sono la mia vita" dice. Lei e suo marito hanno occupato nel 2024, dopo 19 anni in uno scantinato a Marianella, sono fuori da ogni censimento, per loro non ci sono soluzioni. "Ora devo tornare nello scantinato, ma ho paura" ci dice.

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Ancora difficoltà a trovare le case

Qualcuno è costretto a lasciare gli animali domestici. Sono scene strazianti che si consumano all'ingresso della Vela Gialla, con le persone costrette a lasciare ai volontari della LAV i loro amici a 4 zampe. "Oggi abbiamo preso un cane, si chiama Ciccio, il suo proprietario non può portarlo, perché non affittano a persone con animali" spiega Beatrice Razaghi della LAV. "Nei giorni scorsi ne abbiamo presi diversi, cani e gatti – spiega – per loro stiamo trovando adozioni e sistemazioni, sperando che poi possano ricongiungersi in futuro con queste persone". Ciccio scodinzola al guinzaglio del suo padrone, chissà se ha capito che non lo vedrà più.

In tanti si affrettano nei traslochi, con amici e parenti che sono venuti a dare una mano a caricare le auto, i furgoni, anche quelli messi a disposizione dal Comune di Napoli per chi non può permettersi un trasloco. "Io oggi ho preso le ultime cose e sto andando via – dice Leo, sempre attivo nei comitati di lotta – il problema è che c'è chi non riesce ancora a trovare casa. In tantissimi sono ospiti dei parenti, qualcuno non ha ancora ricevuto il sussidio abitativo dal Comune e non può permettersi di pagare l'anticipo per l'affitto della casa". Chi è riuscito a trovare una abitazione è andato via da Napoli. Pochi chilometri, per chi abita in periferia, ma di fatto fuori dalla città: Arzano, Melito, Giugliano, Marano, Mugnano, sono le mete più gettonate per chi è riuscito a trovare casa. "Non mi trovo ancora, ma mi devo abituare" è quello che dicono quasi tutti quelli che si sono sistemati fuori comune. Per loro inizia una nuova, stavolta definitiva attesa, nell'ennesimo limbo della vita, uscendo da questo mostro di cemento per una casa provvisoria, sebbene pagata con il sussidio del Comune, ma che non sarà la loro. Quella vera, quella che aspettano da decenni, deve ancora essere costruita.

Entro il 2025 abbattimenti e costruzione di 160 alloggi

Nicola Nardella è il presidente della Municipalità, conosce bene questi luoghi e anche l'irriducibile lotta per le nuove abitazioni che c'è dietro. Ha passato tutto agosto sotto le Vele, dopo il crollo tragico di un ballatoio nella Vela Celeste, ormai sgomberata da agosto, e ora accompagna passo dopo passo le ultime fasi per lo svuotamento della Vela Gialla e poi la Rossa che si concretizzerà tra poche settimane. "I 14 nuclei familiari sono stati presi in carico dai servizi sociali – spiega – si tratta di nuclei che hanno tutti delle fragilità al loro interno. Abbiamo recuperato degli alloggi, soprattutto grazie alla Curia di Napoli, e saranno provvisoriamente sistemate lì. Per quelli per i quali, le abitazioni temporanee non sono ancora pronte per ospitarli, il Comune di Napoli pagherà l'albergo per qualche giorno. Abbiamo deciso di fare tutto con il massimo dialogo, e dialogheremo ad oltranza, per oggi dobbiamo chiudere la Vela Gialla. Qui, ormai è evidente, è pericoloso vivere, e quello che stiamo facendo è una corsa contro il tempo".

Le forze dell'ordine sono lontanissime dalla Vela, il tutto si svolge in un clima molto sereno e di grande apertura e dialogo. Alla fine si riesce a trovare una soluzione per tutti. A metà mattinata arriva anche la Vice Sindaca Laura Lieto, che sta seguendo da vicino tutto il progetto "Re Start Scampia" iniziato con l'amministrazione De Magistris e portato avanti da quella di Gaetano Manfredi grazie ai fondi del Pnrr. "Entro la fine dell'anno contiamo di aver svuotato completamente tutto il lotto M di Scampia" dice la Vice Sindaca. "Tutto è pronto per la demolizione della Vela Gialla, contiamo di iniziare tra la fine dell'anno e l'inizio dell'anno nuovo, entro il 2025 dobbiamo completare gli abbattimenti. Parallelamente i cantieri saranno accelerati e contiamo di finire entro un anno oltre 166 alloggi dei 433 che rimangono da costruire. Si tratta dei primi 5 edifici che sorgeranno dove c'era la Vela Verde" spiega.

Intanto nella Vele Celeste, l'unica che resterà in piedi i lavori procedono spediti. La struttura sarà riqualificata, attualmente gli operai stanno sventrando tutti gli appartamenti ed eliminando tutte le barriere. Dall'altro lato della Vela Gialla invece, in quella Rossa si preparano per gli ultimi giorni. C'è chi porta via bagagli e mobili, chi invece attende l'ultimo giorno. Un'epoca si sta per chiudere, mentre quella nuova, fatta di case dignitose, scuole, esercizi commerciali, piazze, luoghi di socialità, non si vede ancora.

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