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“Se rivuoi l’auto devi pagarmi”: lui finge di accettare e si presenta coi carabinieri

Un 20enne di Mugnano ha tentato il cavallo di ritorno su una Panda rubata a Villaricca, ma il proprietario si è presentato coi carabinieri facendolo arrestare.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Gli avevano rubato l'automobile, per poi chiedere soldi per la restituzione. Il più classico dei cavalli di ritorno quello tentato da un 20enne napoletano a Villaricca, nell'hinterland partenopeo, ma che stavolta si è concluso con il suo arresto: la vittima infatti, piuttosto che pagare, ha preferito avvertire i carabinieri, con i quali ha atteso l'arrivo del ventenne e farlo arrestare. Il giovane ora si trova in carcere su delle procura di Napoli Nord ed è in attesa di giudizio: deve rispondere di tentata estorsione, furto e resistenza a pubblico ufficiale.

Tutto è accaduto quando la vittima è stata derubata della propria Fiat Panda, ricevendo poi una chiamata anonima con le istruzioni per il cavallo di ritorno, pari a 1.200 euro. Ma l'uomo a quel punto ha avvisato subito i carabinieri, che hanno teso una trappola all'autore: la vittima ha infatti finto di accettare le condizioni, raggiungendo il cimitero di Villaricca per lo scambio. Ma al momento della consegna del denaro, sono saltati fuori i carabinieri che, dopo un breve inseguimento per cinque chilometri, lo hanno catturato. A quel punto il 20enne, originario di Mugnano di Napoli e già noto alle forze dell'ordine, non ha potuto far altro che collaborare con le forze dell'ordine per poter permettere il recupero dell'automobile, restituita al proprietario. Per lui, invece, c'è stato l'arresto.

Che cos'è il cavallo di ritorno

Si tratta di un reato molto diffuso in Campania e nel resto d'Italia. Consiste di fatto nel rubare qualcosa, spesso un'automobile o un motorino, e poi contattare il proprietario offrendone la restituzione dietro pagamento di una cifra, spesso elevata, a mo' di riscatto: fa parte dei reati di estorsione, e prevede pene severe. Il nome deriva da un pratica molto diffusa in Italia fino a un secolo qua, quella del cavallo da nolo: ossia la pratica di noleggiare un cavallo per raggiungere una destinazione, da parte di chi non aveva né carrozza né cavalli proprio. Dovendo poi tornare nel luogo da cui era stato preso in affitto, un nuovo noleggio costava meno, visto che l'equino era più stanco e lento rispetto ad un cavallo "fresco". Da qui l'espressione del "cavallo di ritorno" per intendere il riscatto dopo una rapina o un furto per riavere la propria auto o moto rubata o rapinata.

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