Riccardo Realfonzo è stato il pezzo forte della campagna elettorale di Luigi de Magistris e successivamente la punta di diamante della sua giunta al Comune di Napoli. Da assessore al Bilancio la sua esperienza nella giunta "arancione" è finita a luglio, quando il sindaco gli ha revocato la delega.
Per la prima volta Realfonzo, a circa due mesi dalla vicenda politica, racconta alle telecamere di Fanpage.it perché è stato cacciato da Palazzo San Giacomo (prima di lui se n'era andato, sempre in polemica, l'assessore alla Sicurezza Giuseppe Narducci). L'ex assessore spiega poi qual è lo stato attuale delle casse del Comune di Napoli: in tempi non sospetti, molto prima che si consumasse lo strappo, il docente universitario sannita consegnò al sindaco una due diligence, ovvero un dossier sulla situazione delle finanze partenopee. Un quadro sconfortante: soltanto nei confronti delle sue aziende partecipate, quelle per intenderci che gestiscono trasporti, raccolta rifiuti e politiche sociali, Palazzo San Giacomo ha debiti per 910 milioni di euro.
Per Realfonzo Napoli si salverà soltanto se interverrà una legge ad hoc. E – questo il suo ragionamento politico – per questo motivo l'asse del sindaco, prima fieramente anti-Pd, ora si è spostato sulle posizioni del partito di Pier Luigi Bersani. Obiettivo: convincere il governo Monti a varare una normativa salva-Napoli. Interessanti anche le opinioni sulla zona a traffico limitato varata dal sindaco e sul suo "lungomare liberato": secondo l'ex assessore senza l'attivazione preventiva dei varchi telematici sono stati spesi molti soldi per organizzare la sorveglianza nell'area off limits alle auto. Soldi che, evidentemente, Napoli non ha.