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Muhammad Ali, parole come pugni: le sue frasi celebri

Il mondo dello sport piange la scomparsa del campione più grande di sempre. Un protagonista assoluto dentro al ring, ma anche davanti ai microfoni e telecamere dove era solito colpire con decisione con frasi e dichiarazioni al vetriolo.
A cura di Alberto Pucci
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Dall'alto della sua grandezza, Muhammad Ali poteva davvero permettersi di tutto. Poteva colpire con parole presuntuose il rivale e regalare al giornalista di turno titoli efficaci, come e quanto i pugni rifilati al povero Foreman nell'ottobre del 1974. E' stato semplicemente il più grande. Invidiato e ammirato trasversalmente da tutti i protagonisti dello sport e imitato nelle sue frasi ad effetto anche da alcuni sportivi del nostro tempo, Muhammad Ali ha lasciato in eredità non solo le sue gesta sportive ma anche le sue dichiarazioni celebri che lo hanno aiutato a rendere inattaccabile la sua figura leggendaria. Guai, dunque, a chiamarlo Cassius Clay…perchè come aveva dichiarato nel bel mezzo della sua splendida carriera "quello è un nome da schiavo. Io non l'ho scelto e non lo voglio. Io sono Muhammad Ali, un nome libero. Vuol dire amato da Dio. Voglio che la gente lo usi quando mi parla e parla di me".

Le dichiarazioni leggendarie

Muhammad Ali non solo "volava come una farfalla e pungeva come un'ape", ma era solito picchiare duro anche con le parole. Nel 1964, ad esempio, dopo che aveva mandato al tappeto alla settima ripresa il povero Sonny Liston, Ali lasciò traccia del suo passaggio con dichiarazioni inequivocabili: "Sono il re del mondo, sono carino, sono cattivo. Ho scosso il mondo!". Due anni dopo, quando tentò di spiegare il motivo del suo rifiuto ad arruolarsi nell'esercito americano e combattere in Vietnam, dichiarò candidamente che "non ho mai litigato con questi Vietcong. I veri nemici della mia gente sono qui". Come amava ripetere anche lui, difficile essere umili quando si è così grandi. Lo faceva spesso il buon Ali, come nel 1974 dopo il knockout a Foreman: "Sono il più grande di tutti i tempi, non datemi perdente fino a che non ho 50 anni". La sconfitta l'ha, purtroppo, conosciuta all'età di 74 anni contro un avversario più grande di lui: probabilmente l'unico. Avversario che Muhammad Ali ha combattuto con coraggio fino alla fine, perché "un uomo che non è coraggioso abbastanza da assumersi dei rischi, non otterrà mai niente".

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