Mps, i giudici indagano sui rapporti tra Mussari e l’ex coordinatore Pdl Verdini
Che il Monte dei Paschi di Siena fosse al centro di spartizioni politiche di destra e sinistra, che hanno inevitabilmente pesato anche sulla gestione della banca nel corso dei decenni, lo si era già percepito all'inizio dell'indagine sugli scandali del gruppo senese, ma se ne è avuta la conferma ieri con le dichiarazioni che l’ex senatore del Pdl Paolo Amato ha rilasciato ai Pm. Non solo l'acquisto di Antoveneta che pure decretò una spaccatura all'interno del Cda di Mps, ma nel mirino dei giudici sono finiti tutti quei rapporti tra finanza e politica che tra favori ed elargizioni hanno decretato il deficit dell'istituto di credito. Per questo motivo ieri il pubblico ministero Natalino Nastasi, uno dei titolari dell'indagine Mps, si è recato in missione a Firenze per comunicazioni con i colleghi locali che indagarono sul fallimento del Credito Cooperativo fiorentino guidato per anni dall'ex coordinatore del Pdl Denis Verdini.
Nei faldoni di quell'inchiesta vi sono tra le altre cose numerose prove di rapporti tra politici e Mps come le intercettazioni dello stesso Verdini con l'ex presidente Mps ora indagato, Giuseppe Mussari, al quale chiedeva finanziamenti per il suo socio che alla fine però vennero negati dalla banca. Nel mirino dei giudici non solo il parlamentare del Pdl, ma anche Andrea Pisaneschi, ex componente del Cda di Mps in quota centrodestra e primo presidente di Antonveneta dopo l'acquisizione. Secondo i Pm infatti Pisaneschi avrebbe svolto attività di lobbing a favore di alcuni gruppi per finanziamenti notevoli da parte della banca senese.
I giudici senesi dunque sembrano intenzionati a percorre le due strade quella politica e finanziaria per districare il complicato groviglio che avvolge Mps. Mentre il Pm Nastasi era a Firenze agli altri due colleghi Grosso e Natalini hanno sentito per oltre due ore la versione di Raffaele Ricci che, prima per Dresdner e poi per Nomura, gestì il derivato Alexandria. Su questo filone bisogna ancora scavare a fondo secondo i magistrati perché restano da accertare i ruoli di quella famosa "banda del 5%", che si occupava dei movimenti di Mps all'estero.