Motta Visconti, celebrati i funerali di Maria Cristina e dei piccoli Giulia e Gabriele
C'era un intero paese ai funerali di Maria Cristina Olmes e dei piccoli Giulia e Gabriele, uccisi una settimana fa da Carlo Lissi, marito della donna, che dopo aver sgozzato lei e i figli è uscito a vedere la partita Italia Inghilterra in un bar a Motta Visconti, facendo ritorno solo alle 2 del mattino di domenica e denunciando il ritrovamento dei cadaveri ai carabinieri. Alla cerimonia funebre erano presenti centinaia di persone e, prima dell'inizio, è stato letto in chiesa un toccante passo del vangelo secondo Marco: si tratta del brano di ‘Gesu’ e dei bambini’, in cui il Cristo pronuncia la famosa frase: "Lasciate che i bambini vengano a me".
Funerali a Motta Visconti, il vicario dell'arcivescovo: "C’e’ bisogno di silenzio".
La cerimonia è stata tenuta da Mario Delpini, vicario dell'arcivescovo di Milano, che più volte e con solennità ha affermato: "C’e’ bisogno di silenzio”. Il prelato, ricordando “l’eccesso di clamore mediatico” che ha accompagnato il caso della strage in famiglia, durante l'omelia ha affermato che “il clamore delle notizie quando non c’è nulla da dire, l’ossessione delle immagini quando non c’è nulla più da vedere, ha aumentato la confusione dentro di noi. Il nome del Paese, fatto di brava gente, è risuonato dappertutto con orrore. Le parole hanno perso di significato: cosa significano ora ‘papa’’, ‘figlio’ e ‘amore’?”.
Funerali a Motta Visconti, il sindaco: "Incomprensibile quanto accaduto"
Al funerale è intervenuto anche il primo cittadino di Motta Visconti: "E’ incomprensibile quanto accaduto, un gesto che ci devasta la mente e il cuore". Ma uno dei momenti più toccanti è stato quando è intervenuta la maestra dei due bambini, che a loro ha rivolto un commovente saluto: "Caro Gabriele, ricordiamo il tuo piccolo viso abbronzato e sorridente, eri il più piccolo a scuola e la tua sorellina ti chiamava il ‘Tato’. Ecco, per noi sarai per sempre il ‘Tato’". L'insegnante ha ricordato anche Giulia "due anni con noi nella scuola dell’infanzia, quattro anni senza arrivare a contare nemmeno tutte le dita di una mano, sempre il grembiulino sbottonato ma per noi rimarrai sempre la bambina dell’ insalata".