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Morto Luca Ronconi, il maestro del Teatro italiano aveva 81 anni

E’ morto a 81 uno dei più illustri esponenti del Teatro italiano contemporaneo. Avanguardista nei primi anni di carriera, è divenuto una vera e propria colonna e simbolo della cultura italiana nel mondo.
A cura di A. P.
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Morto a Milano Luca Ronconi, attore, ma soprattutto grande regista di teatro, tra i nomi più illustri della scena italiana. Aveva 81 anni e si era sempre distinto per le innovazioni apportate al mondo del teatro, riuscendo per questo a divenire famoso in tutto il mondo come uno dei rappresentanti più illustri  e brillanti della sua generazione e spaziando dal Teatro alla Lirica, oltre che al cinema. Secondo quanto emerge, la morte sarebbe stata causata da un virus che il maestro avrebbe contratto di recente, cosa che avrebbe reso complicate le sue condizioni di salute, già precarie a causa di una dialisi. Nonostante le sue difficoltà recenti, Ronconi non aveva perso il suo piglio dinamico e rivoluzionario, che gli ha permesso di dirigere sino ai suoi ultimi giorni il Piccolo Teatro.

Ronconi nasce in Tunisia nel 1933 e la sua passione per il Teatro si palesa sin dalla giovane età: a soli 20 anni si diploma infatti all'Accademia Nazionale d'Arte Drammatica di Roma. I suoi esordi naturalmente sono da attore e lo fa in uno spettacolo diretto da Squarzina e Gassman dal titolo Tre quarti di Luna, prima di recitare per altri registi di grande lustro della scena nazionale come Orazio Costa, Giorgia De Lullo e Antonioni. Gli inizi da attore sono certamente promettenti, ma Ronconi, nel decennio successivo, precisamente nel 1963, darà il via alla sua esperienza da regista, quel percorso che lo porterà ad entrare nel firmamento del teatro internazionale, grazie alle sue doti di grande portatore di novità, essendo esponente della scena avanguardista. L'esordio è con la compagnia di Corrado Pani e Gianmaria Volonté, prima di altri lavori che corroborano la sua fama prima della consacrazione, quattro anni dopo, con l'Orlando Furioso di Ariosto nella versione di Eduardo Sanguineti e scenografia di Uberto Bertacca. Si tratta di uno spettacolo che andrà oltre i confini nazionali, arrivando sino a New York, con un successo tale da meritare anche un adattamento cinematografico, da lui stesso diretto, datato 1974, poi a sua volta riportato sul piccolo schermo l'anno successivo.

Ha collaborato con la Biennale di Venezia, direttore della sezione teatro dal 1975 al 1977, senza abbandonare la sua attività di regista in quegli anni. Nella sua carriera è stato direttore del Teatro Stabile di Torino per 5 anni, dal '89 al '94, prima di essere incaricato per lo stesso ruolo al Teatro di Roma nel quadriennio successivo. E' nel 1999 infine, che comincia la sua direzione del Teatro Piccolo di Milano, dove, affiancandosi al direttore Sergio Escobar, assume la carica di direttore artistico. Tra i tantissimi riconoscimenti della sua carriera, da segnalare sono i cinque spettacoli realizzati nel 2006 in occasione delle Olimpiadi invernali di Torino, che gli sono valsi un premio Ubu speciale. Tre le lauree honoris causa, ricevute dalle Università di Bologna, Perugia e Urbino e dalla IUAV di Venezia.

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