Morto Ciro Esposito, Daniele De Santis: “Non ci credo, sarei dovuto morire io”
"Dovevo morire io, invece è morto lui. Non ci posso pensare che è morto. Più che altro non ci voglio credere". Daniele De Santis, accusato di avere sparato a Ciro Esposito, il tifoso del Napoli morto ieri mattina 25 giugno, ha affidato il suo commento per la scomparsa del giovane ai propri genitori, Ivo e Franca. Almeno secondo quanto scrive Repubblica. ‘Gastone’ è stato trasferito per motivi di sicurezza nella struttura protetta dell’ospedale Belcolle di Viterbo. In precedenza si trovava in stato di arresto presso il Policlinico Umberto I di Roma. La sua posizione si è aggravata dopo il decesso di Esposito. L’accusa non è più di tentato omicidio, ma omicidio volontario: questa la nuova ipotesi di reato contestata all’ex ultras. Peraltro sarebbero stato lo stesso Ciro, poco prima di spirare, a riconoscere in una foto di De Santis il suo sparatore. Lo hanno confermato ieri alla Digos di Roma papà Giovanni e mamma Antonella, mentre il corpo del loro figlio veniva trasportato dal policlinico Gemelli all’obitorio del policlinico della Sapienza.
Morto Ciro Esposito si temono tensioni tra romanisti e napoletani
C’è da dire che ieri pomeriggio gli inquirenti hanno ripetuto De Santis la prova dello stub che, la prima volta, aveva dato esito negativo. Malgrado questo, il tifoso giallorosso resta il solo indagato per la morte di Esposito. E nel frattempo a Napoli, in corso Vittorio Emanuele, ignoti hanno posizionato sul muro lo striscione che recita "De Santis fascista assassino, Napoli ti odia". Ora le questure del capoluogo partenopeo e della Capitale sono a lavoro per evitare tensioni. Pattuglie sono in allerta alle rispettive stazioni ferroviarie e alla barriera autostradale di Roma sud. Il messaggio che filtra dagli ambienti investigativi non lascia spazio a interpretazioni: "tolleranza zero contro i facinorosi".