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Processo sulla morte di Stefano Cucchi

Morte Stefano Cucchi, i due carabinieri accusati dal collega: “Siamo stati traditi”

Alessio Di Bernardo e Raffaele dʼAlessandro, accusati di omicidio preterintenzionale, si dichiarano innocenti e accusano: “Francesco Tedesco ha parlato così per ragioni di opportunità”.
A cura di Biagio Chiariello
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La confessione del carabiniere Francesco Tedesco in merito al pestaggio, divenuto poi mortale, di Stefano Cucchi nell’ottobre del 2009 è considerata come un tradimento dai suoi colleghi. Alessio Di Bernardo e Raffaele D'Alessandro, insieme allo stesso Tedesco, sono accusati di omicidio preterintenzionale nel processo bis sulla morte del geometra romano. "Siamo innocenti, tutto diventa doppiamente tragico se si aggiunge il tradimento di un collega. Un atteggiamento che è dettato da ragioni di opportunità" dicono.

“È già dura essere parte di un processo sapendo di essere innocente – ha dichiarato Alessio Di Bernardo alla sua avvocata Antonella De Benedictis – ma tutto diventa doppiamente tragico se all’ingiustizia inziale si aggiunge il tradimento di un collega e amico. Un atteggiamento che non può che essere dettato da ragioni di opportunità“. De Benedictis, inoltre, ha rivelato altri dettagli che hanno circondato l’uscita di questa aperta accusa: “Questa mattina un uomo ha telefonato a casa della madre, sostenendo di chiamare dalla procura di Roma, e le ha detto: ‘pagherete violentemente per quello che è accaduto’. La signora ha avuto un malore. È sconvolgente che tutta Italia giudichi Di Bernardo colpevole sulla base di mere dichiarazioni rese da un co-imputato del medesimo reato che per dieci anni ha detto l’opposto e non sulla base di una sentenza, creando un clima d’odio“.

Anche l’avvocata dell’altro imputato, Raffaele D’Alessandro, ripete l’innocenza del suo assistito: “Si è sempre dichiarato innocente. Adesso ci ritroviamo, nove anni dopo, con queste dichiarazioni, che abbiamo conosciuto attraverso il web e i giornali. Le affronteremo, vedremo quando sarà sentito. L’informazione è importante, ma i processi si fanno nelle aule di giustizia”.

Attraverso il suo legale, il maresciallo Roberto Mandolini – accusato di calunnia e falso assieme a Vincenzo Nicolardi anche per aver fatto sparire l'atto con cui Tedesco aveva denunciato il depistaggio – ha invece attaccato: "Francesco Tedesco, fulminato sulla via di Damasco, ci ha messo dieci anni a dire certe cose, ed è un co-imputato, quindi le sue dichiarazioni saranno sottoposte a un controllo obiettivo ed estremo. Se troveranno il conforto delle prove, allora ci confronteremo con questa realtà".

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