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Morte Pantani, il legale: “Questa è un’indagine nuova”

Antonio De Rensis, legale della famiglia Pantani attacca gli investigatori: “Enormi lacune e tante contraddizioni”. Nibali: “Aspettiamo la certezza dei fatti prima di parlare di Pantani”
A cura di Alessio Morra
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La verità sulla morte di Marco Pantani probabilmente è molto diversa da quella che a lungo è stata la versione ufficiale, di questo è convinto il legale della famiglia del corridore scomparso nel febbraio di dieci anni fa. Antonio De Rensis sostiene che le indagini all’epoca furono fatte male e rileggendo migliaia di pagine l’avvocato ha notato tante lacune e tantissime contraddizioni: “Mi limito a dire che è già importante comprendere tutti che la realtà fattuale è molto diversa. E già questo è tanto, perché porta poi in direzioni molto precise. Intanto facciamo emergere le enormi lacune e contraddizioni, facciamo emergere ciò che si poteva comprendere facilmente all’epoca e poi partiamo tutti insieme da qui per arrivare a ristabilire una verità. Questa è un’indagine nuova che si apre con una ipotesi di reato grave. Sarà un’indagine che durerà molto, perché comunque è complessa. Gli elementi che dovrà valutare ufficiale è piuttosto lontano da quella fattuale. Io nutro un grande rispetto per la magistratura. Noi abbiamo lavorato pensando che dovevamo aprire una pagina nuova sulla base di enormi lacune e enormi contraddizioni. Queste lacune e incongruenze per noi possono essere colmate possono essere riviste e credo che questo sia un dovere morale, oltre che giudiziario, da parte di tutti. Dobbiamo lavorare insieme per riscrivere la pagina di quella dolorosissima vicenda il più possibile vicino alla realtà.”

De Rensis, che è stato l’avvocato dell’ex tecnico della Juventus Antonio Conte nella vicenda del calcio scommesse, nel suo lavoro è stato aiutato dal prof. Francesco Maria Avato che con le sue perizie mediche è riuscito a far riaprire il caso: “Un lavoro faticoso e impegnativo anche di rilettura. Gli atti non è stato nemmeno semplice acquisirli. Questi faldoni sono negli archivi, sono migliaia e migliaia di pagine che sono state analizzate, sezionate, studiate, confrontate. Poi il lavoro scientifico del prof. Avato, che si è andato a confrontare e intrecciare continuativamente con le analisi degli atti di indagine e processuali, a confronto reciproco e intreccio reciproco. Quindi le indagini difensive che sicuramente, seppure assolutamente riservate, hanno evidenziato elementi importantissimi.”

Marco Pantani morì nel bilocale del residence Le Rose di Rimini il 14 febbraio 2004, per tutti questi anni si è detto che il ‘Pirata’ è morto per overdose. Ma non è stato così. Pantani fu ucciso da almeno un individuo che il ciclista italiano conosceva e che fece entrare in quel maledetto giorno nella sua stanza. Il ‘Pirata’ litigò cn quegli uomini, e uno degli aggressori fece bere al ciclista una dose di cocaina diluita in acqua che fu letale per Pantani.

E di Pantani ha parlato anche Vincenzo Nibali, il vincitore del Tour de France 2014. Il siciliano spera che rapidamente emerga la verità sulla morte del Pirata, ma prima di dare giudizi affrettati è meglio aspettare l'esito dell'inchiesta:"Ricordiamo Marco per il campione che è stato. Aspettiamo per rispetto la certezza dei fatti prima di giudicare".

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