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Morì montando il palco della Pausini. Per l’Inail la sua vita vale 2mila euro

Il presidente dell’Istituto contro gli infortuni sul lavoro precisa che è solo un anticipo, ma la somma per i famigliari sarà comunque esigua visto che la retribuzione del ragazzo era molto bassa.
A cura di Antonio Palma
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Morì nel crollo del palco della Pausini, dall'Inail un assegno di 2mila euro

E' vero che nessun rimborso potrà mai portare in vita Matteo Armellini, ma alla famiglia del 31enne morto nel marzo scorso mentre lavorava sul palco del concerto di Laura Pausini, un assegno di 2mila euro dall'Inail sembra un'ulteriore beffa. "Noi vogliamo la verità, e non una misera offerta" ha detto la madre del giovane rimasto schiacciato da un'impalcatura nel crollo del palco a Reggio Calabria mentre era intento a sistemare le luci per il concerto. "Non hanno nemmeno pagato il funerale o il trasporto della salma da Reggio Calabria a Roma" ha rivelato la signora Paola a L’Unità, continuando "Se è vero che l'Inail dà il rimborso solo a moglie e figli allora questi soldi cosa sono?". A fare un po' di chiarezza su quell'esigua somma ci ha pensato questa volta direttamente il direttore generale dell'Inail, Giuseppe Lucibello, a margine di un incontro con i patronati. Lucibello ha tenuto a precisare che quei soldi, per la precisione un assegno di 1.936,80 euro, "non sono un risarcimento ma un anticipo dell'assegno funerario".

L'Inail ha proposto una riforma per tutelare i morti in giovane età – Allo stesso tempo il direttore dell'Istituto contro gli infortuni sul lavoro ha ricordato a tutti che la somma finale destinata ai famigliari non sarà affatto consistente a causa della "retribuzione molto bassa del ragazzo". Matteo, infatti, era uno di quei tanti ragazzi che per riuscire a lavorare devono sottostare a contratti senza alcuna garanzia né protezione di sindacati o altro con turni massacranti e basso stipendio. A lamentarsi dello stato attuale delle cose lo stesso Lucibello che ricorda che "con le attuali leggi, l'Inail risarcisce quello che può e ha avanzato più volte proposte per meglio tutelare i più giovani". Una riforma legislativa che secondo il direttore dell'Inail non sarebbe "particolarmente gravosa" per lo Stato ma che "sarebbe importante per tutelare meglio soprattutto i morti sul lavoro deceduti in giovane età perché i loro livelli retributivi sono spesso molto bassi".

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