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Monti prova a scacciare crisi, “Ma il cratere del precipizio si allarga”

L’Italia è ancora in una fase di difficoltà economica e a certificarlo è il premier. Tuttavia “il governo è entrato nella fase due e adesso coltiva la crescita”, parole del Professore all’indomani del varo del decreto sviluppo da parte del Cdm.
A cura di Biagio Chiariello
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Monti prova a scacciare crisi ma il cratere del precipizio si allarga

All'indomani dell'approvazione del decreto sviluppo da parte del Consiglio dei ministri, Mario Monti annuncia «l'entrata nella fase due da parte del Governo che adesso coltiva la crescita» . Presente all'inaugurazione del nuovo Vodafone Village a Milano, il premier ha tracciato un bilancio della situazione economica del nostro Paese, sottolineando che sebbene «ci siamo spostati dall'orlo del precipizio, il cratere del precipizio si sta allargando e ci sta rincorrendo». In altre parole «siamo di nuovo in una crisi – dice il Presidente del Consiglio – ma ora possiamo pensare un po' alla crescita». Sul decreto sviluppo, analizza come «non si tratti di un cambio di passo» ma è in «assoluta continuità rispetto a quanto fatto fino a oggi».

L'obiettivo, ora più che mai, è la crescita. Ma questo è «un percorso lungo e faticoso». I risultati li vedremo  ma non saranno «a breve termine», afferma Monti per «non voler dare illusioni». Insomma, «non sono cose che possono essere misurate nel mese o nel trimestre. Tutte le liberalizzazioni e semplificazioni che hanno costellato l'agenda del governo fino a ieri non sono provvedimenti che non hanno a che vedere con la crescita». Poi commenta alcune misure del decreto sviluppo. Riguardo alle dismissioni del patrimonio pubblico presenti nel testo, il premier sottolinea la necessità di mettere in atto l'operazione in un secondo momento. «Ci potreste chiedere perché non l'abbiamo fatto subito: sarebbe stato un messaggio sbagliato al mercato e alla comunità internazionale». Discutibile è pure l'opportunità di vendere a breve le aziende pubbliche, come  Eni, Enel e Finmecanica. Non certo «in un momento in cui le quotazioni sono basse e si perderebbe l'opportunità di fare una strategia industriale» dice Monti

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