Monti a Piazza Pulita: a novembre c’era il rischio di non poter pagare gli stipendi
Crisi economica e crescita dell’Italia, sono i due temi principali sui quali è stata portata avanti l'intervista a Piazza Pulita, su La7, di Mario Monti con Corrado Formigli. Di ritorno dal vertice europeo di Bruxelles, nel quale «si è fatto qualche importante passo avanti, ma forse meno di quanto è necessario nella situazione attuale» il premier non ha potuto far a meno di introdurre il discorso parlando dei «sacrifici che gli italiani stanno facendo, non perché li chiede l’Europa, ma per avere una situazione migliore davanti a sé». Quasi si scusa quando chiede agli italiani «comprensione se siamo stati talvolta un po' brutali nel richiederli» ma se non lo avessimo fatto, e qui il riferimento è al Salva-Italia, «le conseguenze sarebbero state devastanti».
Sì AGLI EUROBOND – Ora però si stanno vagliano le soluzioni e una di queste potrebbe essere rappresentata dagli eurobond, «li avremo» dice Monti, ma «non sarà questione di mesi», anche a Bruxelles «sono stati più numerosi i Paesi che si sono pronunciati a favore che quelli che si sono pronunciati contro». Ma cosa sono gli eurobond? Si tratta, spiega il premier, di «emissioni in comune di debito espresse in euro, che è interesse dei paesi debolucci avere (ma noi stiamo uscendo da questa situazione) mentre altri paesi forti non li vogliono».
LA GRECIA NON ESCE DALL'EURO, NEPPURE L'ITALIA – Più volte nel corso dell'intervista col giornalista Formigli, il premier risponde alla domanda sulla presunta uscita dall'euro della Grecia. La risposta è «no». Il problema è comune: «Se la gente ha sfiducia nell'euro, avrà particolarmente sfiducia di quei Paesi che sono espressi in euro ma in più dei Paesi nei quali lo Stato ha un grosso carico di debito. Per cui, se uno di questi Paesi salta, è un problema per tutti», ha aggiunto. «Se per esempio l'Italia mai dovesse un giorno uscire dall'euro e riacquistare con una propria moneta autonoma, liberata del tasso di cambio, e la nuova lira si svalutasse, sarebbe un grosso problema per le esportazioni tedesche. E sarebbe un problema grosso anche per l'Italia».
A NOVEMBRE 2011 STIPENDI A RISCHIO – In ogni caso, se l'Italia non è a rischio default come è stato per la Grecia, «lo deve a Napolitano che ha detto: "Non voglio nuove elezioni e vediamo se è possibile avere un governo con la partecipazione di tutti". La sua decisione e quella molto responsabile dei partiti sono stati un passo importante per evitare all'Italia il destino greco». Il periodo più brutto sembra comunque essere passato. Lo scorso novembre ad esempio «abbiamo rischiato di non pagare pensioni e stipendi della Pubblica Amministrazione».
SU BERLUSCONI – Formigli poi mostra a Monti il servizio del famoso sorriso complice ed ironico tra Merkel e Sarkozy sulla domanda su Berlusconi: «Non ho provato un grande piacere certamente non avrei mai immaginato che poi, più avanti, mi sarei trovato accanto a quegli illustri signori». A quei tempo lo spread stava per diventare un vero e proprio tormentone, prima di toccare la famigerata quota 574. «Allora – commenta il Presidente del consiglio – era per motivi soprattutto italiani. In parte Berlusconi aveva ragione ma era un'Italia che era disallineata rispetto agli altri Paesi, tant'è vero che per dare un impulso e un segnale il governo dovette o volle accettare la lettera di prescrizioni della Bce».