La resa dei conti: ecco chi voterà la fiducia e chi no (forse)
Tiene duro Berlusconi. Nessun passo indietro, nessun governo di responsabilità nazionale. In mattinata Giuliano Ferrara ne aveva annunciato le imminenti dimissioni, ma il premier s'è precipitato a smentire prima all'Ansa e poi in un suo stato su Facebook: "Le voci di mie dimissioni sono destituite di fondamento". I nodi, però, stanno venendo al pettine e ora a tener banco è la conta dei deputati. Già, perché nonostante le rassicurazioni del "capo", a Montecitorio i numeri per governare forse non ci sono più. E la tabella qui sotto ben evidenzia la grande incertezza che accompagnerà il prossimo voto di fiducia alla Camera.
Escludendo il Presidente della Camera Gianfranco Fini e Alfonso Papa (Pdl) agli arresti domiciliari, il totale dei parlamentari è di 628. A votare sicuramente la fiducia saranno in 305: tutti i membri della Lega Nord (59), 210 deputati del Pdl su 214, 22 deputati su 25 di Popolo e Territorio, 12 deputati su 21 del Gruppo misto, 2 deputati su 3 dei Repubblicani. Quelli che voteranno sicuramente per la sfiducia, invece, saranno in 308: tutti i membri di Pd (201), Radicali (5), Idv (22), Udc (38), Fli (25), Api (5), Mpa (4), 2 deputati su 3 dei Liberal democratici- Maie, 1 Repubblicano su 3, 5 deputati su 21 del Gruppo Misto.
L'ago della bilancia saranno gli indecisi, in tutto 15, molti dei quali al momento sembrano orientati a votare la sfiducia. Nel Pdl gli occhi sono puntati su Roberto Antonione, Fabio Gava e Giustina Destro e Giorgio Stracquadanio, il cui mal di pancia prolungato potrebbe facilmente tradursi in un voto di sfiducia. Orientati a staccare la spina al governo, come riporta Termometropolitco.it, anche Gianni, Milo e Pisacane del gruppo Popolo e Territorio. Incertezza anche nel Gruppo misto e governo più che mai a rischio.
Quanti voti serviranno al governo?
Una seduta della Camera è ritenuta valida se in aula è presente il 50%+1 dei componenti: il numero legale è quindi fissato a 316, considerando che i deputati sono complessivamente 630. E' quello che in gergo prende il nome di "quorum strutturale". Affinché una delibera della Camera si valida, essa deve essere votata dalla maggioranza dei presenti in aula: si tratta del cosiddetto "quorum funzionale". Il regolamento di Montecitorio prevede che gli astenuti vengano considerati "non presenti" per quanto riguarda il quorum funzionale, pur essendo conteggiati per il calcolo di quello strutturale. Se ad esempio al voto di fiducia saranno presenti 628 deputati e 10 di loro si asterranno, per ottenere la fiducia occorreranno 310 voti.