Moneta da 50 cent vicino all’auto dove è bruciato il piccolo Cocò: forse una firma del killer
Il killer che ha ucciso Giuseppe Iannicelli, sorvegliato speciale di 52 anni, la compagna marocchina Ibtissam Touss, di 27, ed il nipotino dell'uomo, Nicola Campolongo, di appena tre anni, ha usato 15 litri di benzina per incendiare la macchina dove i tre si trovavano. E' uno degli elementi emersi nel corso delle indagini sul triplice omicidio che ha commosso il Paese per la presenza, tra le vittime, di un bambino innocente, già segnato dalla sofferenza essendo nato in carcere. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Jonio, ha affermato ieri che il volto carbonizzato del piccolo è "un appello senza parole". E che nella Sibaritide agisca una "criminalità sanguinaria" l'ha confermato anche Vincenzo Antonio Lombardo, procuratore della Dda di Catanzaro.
Gli investigatori hanno interrogato numerosi familiari e conoscenti degli Iannicelli: è stato così possibile ricostruire gli spostamenti effettuati da Giuseppe nei giorni e nelle ore che hanno preceduto la sua morte. Iannicelli, la sua compagna ed il piccolo Nicola sono stati visti l'ultima volta giovedì sera, mentre la denuncia della loro scomparsa è stata presentata il giorno dopo dal figlio dell'uomo. L'ipotesi più accreditata è che il triplice omicidio abbia avuto luogo nell'ambito della criminalità organizzata che gestisce lo spaccio di droga in Sibaritide. I primi accertamenti sulla vettura hanno fatto emergere che i corpi delle vittime hanno bruciato per diverse ore. Praticamente nulla è stato risparmiato dalle fiamme, a parte un bossolo rimasto intatto e trovato all'interno dell'abitacolo. A quanto pare i primi carabinieri arrivati sul posto hanno avuto non poche difficoltà persino a comprendere quanti fossero i cadaveri carbonizzati. Vicino alla Fiat Punto, tuttavia, è stata trovata una moneta da 50 centesimi. Il dettaglio potrebbe apparire insignificante: in realtà gli investigatori stanno andando a fondo: "Naturalmente non possiamo dire se sia stata lasciata lì apposta oppure sia un ritrovamento casuale -spiega all'Adnkronos il capo della Dda di Catanzaro, Vincenzo Antonio Lombardo che assumerà le indagini – però nel caso fosse stato fatto apposta, ed è già successo in altri casi, penso che vorrebbe dire lasciare un messaggio, tipo tu non vali niente".