Mondiali di Volley, l’Italia perde con la Serbia ma può ancora qualificarsi
Nella prima partita della Final Six l’Italia perde nettamente contro una grandissima Serbia. Adesso gli azzurri sono a un bivio e battere la Polonia potrebbe non bastare per accedere alle semifinali. L’impresa comunque non è impossibile, ma ci vorrà una grande prestazione venerdì per poter continuare a sognare il titolo Mondiale.
A Torino la Final Six è iniziata con una partita strepitosa tra Brasile e Russia, con i sudamericani autori di una rimonta epica, ma l’attesa era tutta per Italia-Serbia, una sfida complicata per gli azzurri perché la nazionale di Grbic ha una serie di giocatori fortissimi e storicamente è un cliente ostico, da quando è un paese indipendente è arrivata almeno fino alla finale sia ai Mondiali, che agli Europei che ai Giochi Olimpici. Si capisce subito che la serata sarà durissima per gli azzurri, che cedono nettamente nel primo set (25-10).
Il secondo è molto più equilibrato, il c.t. Blengini predica calma, la chiede in due time out consecutivi, i suoi lo ascoltano e sembrano crederci, ma la Serbia tra battute imprendibili, muri strepitosi e recuperi degni di Djokovic, il più grande sportivo del paese che ha vinto tutto giocando con la racchetta, respinge tutto, e finisce 25-20 per i balcanici. Il terzo set scivola via rapidamente, l’Italia resta in scia perché ha dei grandi campioni, ma non riesce a tenere il passo, 25-17 e 3 set a 0 per la Serbia.
Adesso la situazione è complicata per l’Italia. Le squadre nel raggruppamento sono tre, le prime due si qualificano per le semifinali. La Serbia sembra già tra le prime quattro, ha vinto un match e lo ha fatto senza perdere un set. Domani i serbi giocheranno con la Polonia e vincendo un set saranno in semifinale, l’Italia dovrà tifare per i serbi che se otterranno il successo renderebbero Italia-Polonia, che si giocherà venerdì sera, uno spareggio per le semifinali. Dovesse invece vincere la Polonia contro la Serbia, per l’Italia sarebbe durissima e vincere potrebbe non bastare.