Moncalieri, presi gli aggressori di Daisy Osakue: sono tre ragazzi di 19 anni
Sono stati identificati questa mattina dai carabinieri di Moncalieri i responsabili dell'aggressione avvenuta nella notte tra domenica scorsa e lunedì ai danni dell’atleta Daisy Osakue, colpita ad un occhio da un uovo lanciato dagli occupanti di un’auto in corsa. Si tratta di tre giovani italiani residenti a Vinovo, La Loggia e Moncalieri, che hanno usato una Fiat Doblò intestata al padre di uno di essi.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Torino, sono partite subito dopo le prime dichiarazioni della ragazza fornite nell’immediatezza. I carabinieri si sono messi sulle tracce del veicolo che, è emerso dai primi accertamenti, era stato segnalato precedentemente da una cittadina moncalierese la quale, qualche giorno prima, in strada Genova di Moncalieri, era stata vittima di un analogo lancio di uova, fortunatamente senza conseguenze.
Nei giorni scorsi, inoltre, i militari hanno acquisito le testimonianze di altre persone che in precedenza erano state oggetto di lancio di uova. Sono stati acquisiti i filmati di tutti gli esercizi commerciali delle strade dove sono avvenuti i fatti e di Corso Roma, luogo dove è stata colpita Daisy, spingendosi anche oltre il territorio di Moncalieri, nei comuni di Cambiano e Trofarello. Dall'esame delle immagini è emersa, nei giorni e negli orari compatibili con gli “attacchi” denunciati, la presenza di un Fiat Doblò nelle zone indicate dai testimoni quindi, ricostruendo il percorso dell’auto tramite le immagini visionate, grazie ad alcuni “frame” è stato possibile individuare il numero di targa.
Stamattina i carabinieri si sono recati in Vinovo, nell'abitazione dove vive l’intestatario della macchina, che riportava evidenti striature di residui di uova sulla fiancata destra. Il proprietario è stato accompagnato in caserma dove ha chiarito che l’autovettura veniva sovente utilizzata, soprattutto negli orari serali/notturni, dal figlio 19enne. Quest’ultimo, alla presenza dell'avvocato di fiducia, ha ammesso di essere l'autore dei lanci di uova, in tutto almeno 7 in un paio di mesi, poi ha indicato i nomi di due ragazzi coetanei correi i quali, convocati anch’essi in caserma hanno reso piena ammissione delle proprie responsabilità. La motivazione del gesto sarebbe riconducibile a mera goliardia.