Se volete guardare negli occhi la Libia, il suo essere porto sicuro come da qualche giorno vorrebbe convincerci il Ministro dell'Inferno Matteo Salvini, se volete sforzarvi di capire perché la Libia non può essere considerata un alleato nella risoluzione dei flussi migratori e ancora meno nella battaglia per il rispetto dei diritti umani e contro la povertà allora potete osservare con attenzione le immagini che arrivano dal ONG Open Arms e fissare gli occhi spenti della donna e di quel bambino (presumibilmente suo figlio) che sono stati fatti morire di freddo sui resti di un barcone distrutto. Cadaveri che qualcuno si ostina a chiamare affogati ma che in realtà, ancora una volta, sono stati ammazzati.
Assassinati perché proprio quel barcone è stato oggetto di quello che i libi si ostinano a chiamare salvataggio pensando che basti disinfettare un po' il linguaggio per risultare affidabili e credibili. Ci dovrebbe spiegare la Guardia Costiera libica perché nel loro presunto soccorso sono avanzate due donne e un bambino, due cadaveri e una donna del Camerun salvata in find di vita. Ci dovrebbero spiegare in quale canone di umanità e di convenzioni internazionali per i diritti dell'uomo rientri la pratica di sfasciare un barcone lasciandoci centro tre disperati di resto.
Se si avesse voglia di approfondire, o se si avesse il coraggio di abbandonare la propaganda utile a spremere la bile, si potrebbe rileggere i casi di questi ultimi anni che descrivono perfettamente la Guardia Costiera libica come un'accolita di criminali (spesso anche fiancheggiatori degli schiavisti e degli scafisti) che utilizzano i rubinetti dell'emigrazione come arma di ricatto nei confronti dell'Europa. Caro Salvini, sono loro i vicescafisti di cui vai blaterando da mesi. E la reazione alle immagini rese pubbliche da Open Arms ci dice anche altro: sperare che rimanga sguarnita quella zona del Mediterraneo significa anche non dovere fare i conti con i testimoni oculari che sbriciolano l'ipocrisia internazionale. Per questi due cadaveri recuperati oggi ce ne sono altri, centinaia, che sfuggono all'attenzione dei media e della politica e che non rovinano i piani di chi davvero crede che un'ordinanza possa servire a fermare chi scappa dalla fame e dal piombo.
Caro Salvini, tu che da settimane ci ammorbi con le tue dichiarazioni accompagnate dall'espressione "lo dico da padre" dicci "da padre" se affideresti i tuoi figli a questa Libia, spiega ai tuoi figli che nello scorso giugno sono morti in mare il 20% delle persone che hanno tentato la traversata rispetto al 2,4% dello scorso anno. Se viene troppo difficile con i numeri racconta ai tuoi figli, "da padre" che a giugno sono morte (accertate, di quelli di cui ci siamo accorti) 564 persone rispetto alle 8 del mese precedente. Spiegaci il "buon senso" di tutto questo. Siamo curiosi.