Ministro Bonafede si difende per il video su Battisti: “Nessuno show, era tributo a Polizia”
"Nessuno show, il video aveva il fine di dare un tributo alla polizia. Chi mi conosce sa che il mio è un lavoro che non ha un approccio teso a spettacolarizzare. Rispetto le critiche ma il video non aveva questo scopo". Lo ha detto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, dopo la riunione con Luigi di Maio e alcuni ministri M5s a proposito delle polemiche nate dal video postato dopo l'arresto dell'ex terrorista Cesare Battisti. "Effettivamente la musica non è piaciuta neanche a me" ha però precisato. "Certo nel momento in cui consegniamo alla giustizia un terrorista dopo 37 anni è strano che si parli del mio video…". Il filmato ha suscitato le reazioni del Garante dei detenuti Mauro Palma, dell'Associazione Antigone, che si occupa appunto di giustizia, carceri e diritti umani, oltre alla reazione del Pd, che intende presentare un'interrogazione parlamentare al governo, e dei penalisti, che hanno pronto un esposto. Il video-spot violerebbe l'articolo 114 del codice di procedura penale, che vieta "la pubblicazione dell’immagine di persona privata della libertà personale ripresa mentre la stessa si trova sottoposta all’uso di manette ai polsi ovvero ad altro mezzo di coercizione fisica", e l'articolo 42 bis dell'Ordinamento penitenziario, che impone l'adozione di "opportune cautele per proteggere" gli arrestati "dalla curiosità del pubblico e da ogni specie di pubblicità". Ma per il vicepremier Luigi Di Maio si tratta di "un argomento di distrazione di massa".
Cesare Placanica, presidente della Camera Penale di Roma, ha spiegato così i motivi dell'esposto a Radio Cusano Campus: "Il telefonino che fa quella ripresa di Battisti come fa ad entrare in una stanza dove non può avere accesso? Il ministro della sanità può andare in sala operatoria? E' la stessa cosa. Il principio cardine di civiltà è che tutti sono sottoposti alla legge. Ci sono due norme che secondo noi sono state violate, una dice che è vietata la pubblicazione dell'immagine di persona privata di libertà personale".
"Un'altra dice che nelle traduzioni bisogna adottare le adeguate cautele per tutelare l'arrestato rispetto al pubblico. Se un ministro della giustizia passa e vede un detenuto che sta per essere ripreso dalla telecamera, si leva la giacca e la mette sulla telecamere se vuole rispettare la legge. Stamattina presentiamo un esposto dicendo che ci sono state queste due violazioni di legge, poi chi è deputato a valutare valuterà".