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Zona rossa, i numeri danno ragione a Fontana: la terza ondata non c’è (ancora)

I dati degli ospedali lombardi da metà dicembre a oggi dicono che la temuta terza ondata non è arrivata, almeno per il momento. Dopo un netto calo dei ricoveri e una breve risalita dopo le feste, la situazione appare stabilizzata. Dati confortanti arrivano dai centri più colpiti in autunno, Monza e Varese. Ecco i dati che hanno portato Attilio Fontana a chiedere di non imporre la zona rossa.
A cura di Simone Gorla
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I numeri dell'emergenza Coronavirus in Lombardia sono davvero da zona rossa? Per gli esperti del Comitato tecnico scientifico e per il ministero della Salute, sì. Per la Regione e il mondo imprenditoriale lombardo, no. Lo scontro è finito in tribunale, con il ricorso al Tar della giunta di Attilio Fontana che chiede la sospensione dell'ordinanza che ha fatto scattare il lockdown da domenica. Ma chi ha ragione?

Il ministero ha deciso di imporre la zona rossa soprattutto per la risalita preoccupante dell'indice di contagio Rt, schizzato a 1.38 (il nuovo limite che fa scattare la zona rossa è a 1.25). Fontana e la neo vicepresidente Letizia Moratti hanno ribattuto che il calcolo del governo si basa su dati non aggiornati. Secondo Palazzo Lombardia nella prima settimana di gennaio c'è stato in effetti un aumento degli indicatori, che si ritiene legato all'effetto dello shopping pre-natalizio. Ma nella settimana successiva i nuovi casi positivi e i ricoveri sarebbero calati.

Una ricostruzione che trova una conferma nei dati sui ricoveri negli ospedali, nei reparti Covid e in terapia intensiva. Guardando ai numeri, si osserva che, dopo il picco di fine novembre, da metà dicembre i ricoverati sono calati in modo netto fino. Un andamento che si ferma nei primi giorni di gennaio: i reparti non si svuotano più, la curva si stabilizza e inizia a risalire leggermente per quanto riguarda i ricoveri (ma non le terapie intensive). È il momento in cui torna la preoccupazione per l'esplosione di una terza ondata. Che però (almeno per il momento) non è arrivata. Negli ultimi dieci giorni i numeri si sono stabilizzati pur con alcune oscillazioni (3.664 degenti il 16 gennaio, 3.553 due giorni più tardi).

Fonte: bollettino giornaliero Regione Lombardia
Fonte: bollettino giornaliero Regione Lombardia

A Varese trend in calo, riconvertita una terapia intensiva Covid

La verifica della situazione negli ospedali delle province più colpite durante la seconda ondata conferma questo andamento. All'ospedale di Circolo di Varese, il principale centro della Asst Sette Laghi, che ha avuto il record di ricoveri in autunno, l'ultimo bollettino ha confermato trend in discesa, 290 pazienti Covid circa. Tra Natale e l'ultima settimana di dicembre qui i letti occupati da pazienti con Coronavirus erano bloccati a 320, quindi nella prima settimana di gennaio c'è stata una risalita fino a 330. "Negli ultimi giorni siamo scesi sotto i trecento pazienti Covid, non era mai successo da prima del picco autunnale", spiega a Fanpage.it un portavoce dell'ospedale, "i dati degli ultimi giorni sono confortanti, abbiamo potuto riconvertire una terapia intensiva covid".

Ricoveri stabili al San Gerardo di Monza e in Valle Olona

Anche l'ospedale San Gerardo di Monza in autunno era stato sommerso di ricoveri, fino a chiedere aiuto a esercito e protezione civile. Il dato aggiornato a domenica è di 106 ricoverati di cui 8 in terapia, in linea con la settimana precedente. Numeri lontani dal picco di oltre 500 letti occupati. Anche la Asst Valle Olona, cui fanno riferimento gli ospedali di tre popolosi centri del Varesotto come Busto Arsizio, Gallarate e Saronno, la situazione è stabile e in lieve flessione. Lunedì scorso i ricoverati erano 208, ieri 193. Bassi i numeri nelle terapie intensive: 2 a Busto e 3 Saronno.

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