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Zona rossa, avvocato di Regione Lombardia: “Mai inviati dati diversi, faremo un nuovo ricorso”

La Lombardia presenterà un nuovo ricorso al Tar, questa volta contro l’ordinanza di venerdì del ministro Speranza, “nella parte in cui viene detto che la responsabilità è della Regione che avrebbe trasmesso nuovi dati”. Lo annuncia l’avvocato Federico Freni, legale dell’amministrazione regionale, intervistato da Fanpage.it. Palazzo Lombardia sul caso della zona rossa non arretra. “Da un report all’altro è stata cambiata la modalità di valorizzazione dei dati. Se c’è una cosa sicura è che Regione Lombardia non ha mai inviato dati diversi da quelli iniziali”.
A cura di Simone Gorla
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"Se c'è una cosa sicura è che Regione Lombardia non ha mai inviato dati diversi da quelli iniziali". A dirlo, intervistato da Fanpage.it, è l'avvocato Federico Freni, il legale che segue per Palazzo Lombardia la causa davanti al Tar del Lazio contro il dpcm che ha imposto la zona rossa, poi revocata tra polemiche e scambi di accuse tra Roma e Milano per un presunto errore di calcolo. Decaduta la richiesta di sospensione cautelare, resta in piedi la battaglia legale. Anzi, raddoppia. La giunta di Attilio Fontana è pronta a presentare un nuovo ricorso.

Perché la vostra richiesta di sospensione è decaduta?

Il ricorso era stato fatto con una domanda cautelare urgente perché c'era un danno grave e irreparabile per la Regione, cioè la chiusura delle attività provocata dalla zona rossa. Ora con la zona arancione è venuto meno il danno grave e irreparabile. Da qui la nostra rinuncia alla domanda cautelare, ma anche se non avessimo rinunciato, oggi sarebbe stata inammissibile perché il danno si è estinto con il passaggio da rosso ad arancione.

Il ricorso però resta valido nella parte di merito.

Certo, quella in cui chiediamo l'accertamento non delle responsabilità, ma della verità storica dei fatti. Accertare come sono andare le cose è oggetto del ricorso presentato e sarà oggetto del nuovo ricorso che la Regione presenterà contro l'ordinanza di venerdì del ministro Speranza, solo nella parte in cui viene detto che la responsabilità è di Regione Lombardia che avrebbe trasmesso nuovi dati.

Quindi farete un nuovo ricorso?

Sì, con la tecnica dei motivi aggiunti. È "un pezzo" aggiunto al ricorso esistente.

È falso che Regione Lombardia abbia inviato dati diversi?

Noi siamo in grado di poter dimostrare di non aver mai trasmesso nessun nuovo dato. Al di là della polemica politica si deve esprimere il giudice e quindi noi continueremo la nostra battaglia legale.

Come farete a dimostrarlo?

Abbiamo documentazione già depositata e ne depositeremo altra per dimostrare che non c'è stato nessun nuovo invio di dati al ministero da parte di Regione Lombardia.

Cosa è successo allora?

C'è stata una rivalutazione dei dati esistenti già trasmessi.

"Rivalutazione" però fa pensare proprio a qualcosa di cambiato.

I dati sono sempre quelli, non cambiano, vengono solo valorizzati in modo diverso. Se c'è una cosa sicura è che Regione Lombardia non ha mai integrato i dati trasmessi, mai inviato dati diversi da quelli iniziali.

Qualcuno ha sbagliato se i risultati dell'indice Rt sono così cambiati in una settimana.

Da un report all'altro è stata cambiata la modalità di valorizzazione dei dati. Ma lì il meccanismo funziona che la Regione raccoglie i dati, poi il ministero li valorizza. Chi valuta i dati è pur sempre il ministero.

La vostra linea quindi è che l'errore non è stato nella raccolta dei dati, ma nella valutazione successiva?

Assolutamente. Per questo entro la settimana sarà proposto il nuovo ricorso, che però non avrà una domanda cautelare.

State collaborando con altre regioni dal punto di vista legale?

Allo stato no. Questo problema ha riguardato diverse regioni, ma la zona rossa per la Lombardia era un'emergenza. Forse per questo le altre regioni non erano interessate a fare notare questo punto.

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