Zona rossa Alzano e Nembro, la ricostruzione giorno per giorno di quello che è successo
È un susseguirsi di date e di eventi la gestione dell'emergenza Coronvirus in Lombardia che conta dall'inizio della pandemia quasi 17mila morti solo nella regione maggiormente colpita, quella dove sono diverse le inchieste aperte per fare luce proprio su come e su chi ha preso le decisioni che ne ha condizionato l'andamento. Tanti i punti di domanda senza risposta soprattutto in merito alla mancata zona rossa nei comuni bergamaschi di Alzano e Nembro, quelli della Val Seriana dove secondo Confidustria si produce un fatturato di oltre 680 milioni di euro grazie alle quasi 400 aziende presenti sul territorio. Ma i due comuni sono anche quelli che hanno registrato il maggior numero di contagi e di vittime nelle prime settimane dell'emergenza e per i quali i famigliari hanno presentato decine di esposti in Procura.
L'ultimo tassello di un puzzle ancora da completare è il verbale del 3 marzo, tra quelli mancanti tra i 200 desecretati nei giorni scorsi, che vede la richiesta del Comitato Tecnico Scientifico di istituire una zona rossa proprio nei due comuni, dove i casi sono in continuo aumento. In un rimpallo continuo di responsabilità tra regione Lombardia e Governo la quella decisione non sarà mai presa: bisognerà attendere l'8 marzo per l'istituzione di una zona arancione in tutta la Lombardia prima del definitivo lockdown dell'Italia intera. Ma quali sono le dati e gli eventi, e soprattuto le decisioni, che hanno caratterizzato e condizionato la pandemia in Lombardia? Ripercorriamole insieme:
19 febbraio: viene diagnosticato il primo caso italiano di Coronavirus, a Codogno, nel Lodigiano
21 febbraio: c'è il primo decesso per Coronavirus in Italia a Vo Euganeo, in Veneto
21 febbraio: il Governo istituisce la zona rossa nel Lodigiano, a Codogno-Casalpusterlengo-Castiglione d’Adda, nove comuni vengono chiusi in entrata e in uscita
22 febbraio: Angelo Giupponi, presidente Areu Bergamo invia un'email all’assessorato al Welfare della regione Lombardia, diretto da Giulio Gallera facendo presente una "urgente necessità di allestire degli ospedali esclusivamente riservati a ricoverati per Covid-19, così da evitare promiscuità con altri pazienti e quindi diffusione del virus nelle strutture ospedaliere"
22 febbraio: nella stessa giornata arriva la risposta da parte di regione Lombardia all'allarme lanciato da Giupponi così come raccontato dal medico stesso al Wall Street Journal: "Non dormiamo da tre giorni, non abbiamo voglia di leggere le tue cazzate", le parole dei dirigenti lombardi
25 febbraio: si conta la prima vittima in Val Seriana
2 marzo: una nota dell'Istituto Superiore di Sanità "raccomanda l’isolamento e la chiusura dei comuni bergamaschi di Alzano e Nembro e di quello bresciano di Orzinuovi"
3 marzo: il Comitato Tecnico Scientifico legge e valuta la nota e chiede di istituire una zona rossa per Alzano e Nembro così come si evince dal verbale diffuso venerdì 7 agosto
4 marzo: la provincia di Bergamo supera quella di Lodi nel numero dei contagi: sono 817 contro i 780 della zona rossa intorno a Codogno
4 marzo: in una riunione con il ministro Speranza l'assessore lombardo al Welfare Giulio Gallera fa presente la possibilità di istituire una zona rossa per Alzano e Nembro
4 marzo: dopo un ispezione in loco, l'ISS invia un documento al governo chiedendo l’istituzione della zona rossa ad Alzano, Nembro, Albino e Cologno sul Serio
5 marzo: il premier Conte viene a conoscenza della richiesta di chiudere Alzano e Nembro suggerito dal Comitato Tecnico Scientifico, ma non viene presa alcuna decisione
6 marzo: il sindaco di Bergamo Giorgio Gori chiede l'istituzione di una zona rossa
6 marzo: l'assessore Gallera afferma che l’ISS ha raccomandato al governo la chiusura di Alzano e Nembro
8 marzo: il premier Conte decide di fare della Lombardia una zona arancione senza chiudere le aziende
9 marzo: il giorno successivo il premier Conte estende le misure della Lombardia a tutto il territorio nazionale
11 marzo: Assolombarda si schiera pubblicamente contro la zona rossa ad Alzano e Nembro e chiede che le aziende rimangano aperte
23 marzo: il premier Conte chiude tutte le aziende non necessarie in Italia, compresa gran parte delle industrie