Zona arancione rafforzata Lombardia, è scontro con Regione: “Schiaffo alle istituzioni milanesi”
La decisione di inserire tutta la Lombardia in zona arancione rafforzato, misura che partirà dalla mezzanotte di oggi e riguarderà tutto il territorio fino al 14 marzo, ha destato qualche malumore. Il passaggio in questa fascia più critica colpirà in modo specifico il mondo della scuola considerato che da domani tutti gli istituti di ogni ordine e grado, eccetto gli asili nido, dovranno chiudere. Per questo motivo, in una nota stampa, la consigliera delegata alla mobilità della città metropolitana di Milano Beatrice Uguccioni sostiene che l'ordinanza firmata dal presidente di Regione è da considerarsi "uno schiaffo a tutte le istituzioni milanesi che da mesi si sono adoperate, di concerto con la Prefettura e la società del trasporto pubblico locale per garantire la riapertura in sicurezza delle scuole".
Uguccioni: "Scelta significativa del valore attribuita al diritto allo studio"
Per la consigliera a pagare un prezzo elevato saranno le famiglie, gli studenti ma anche gli stessi istituti scolastici e gli amministratori locali: "Questa scelta è significativa del valore che viene oggi attribuito da parte di Palazzo Lombardia al diritto allo studio e alla formazione delle giovani generazioni. È inaccettabile che si continui a far pagare il prezzo della propria incapacità alle studentesse e agli studenti".
Il peggioramento degli indicatori
La decisione da parte della Regione è frutto del peggioramento di alcuni indicatori in particolare l'aumento dei contagi e dei ricoveri. Stando a quanto riportato dall'agenzia Dire ci sarebbero già cinque province con dati epidemiologici da zona rossa. Queste sarebbero il territorio di Brescia – che nella giornata di ieri ha fatto supere i 1.300 casi – e quelle di Como, Lecco, Monza e Brianza e Mantova. In questi territori oltre l'incremento delle persone positive preoccupa la velocità con la quale stanno circolando le varianti.