Zona arancione rafforzata in Lombardia, le regole: cosa cambia e cosa si può fare
Dopo la provincia di Brescia, otto comuni bergamaschi (Viadanica, Adrara San Martino, Predore, Sarnico, Villongo, Gandosso, Credaro e Castelli Calepio) e Soncino in provincia di Cremona che sono inseriti in zona arancione "rafforzata" anche l'intera provincia di Como e altri 49 comuni lombardi di cui 18 della provincia di Mantova, nove comuni tra cui il capoluogo in provincia di Cremona, dodici in provincia di Pavia e dieci nel Milanese.
La velocità con la quale sta circolando la variante inglese, ha portato alla decisione di inserire questi territori in una fascia più dura. Cosa cambia però per queste località? E in cosa consiste la zona arancione rafforzata?
Le regole sugli spostamenti in zona arancione rafforzata
L'ordinanza del governatore Attilio Fontana riflette le regole della zona arancione: sono vietati gli spostamenti al di fuori della propria Regione e del proprio Comune di residenza. Ci si potrà spostare solo per comprovati motivi di salute, lavoro e necessità. Rimane ancora in vigore il coprifuoco nazionale previsto dalle ore 22 alle ore 5 del mattino successivo. Vige inoltre l'obbligo di usare la mascherina chirurgica sui mezzi di trasporto. La novità più importante riguarderà le seconde case: in zona arancione rafforzata infatti non ci si potrà recare.
Cosa cambia per bar e ristoranti: le nuove regole
Bar e ristoranti torneranno a essere chiusi: sarà consentito solo l'attività di asporto o consegna a domicilio. Per i bar, l'asporto sarà previsto solo fino alle 18 mentre per i ristoranti fino alle 22. Il domicilio sarà invece possibile fino a mezzanotte. Chiudono anche i musei e gli istituti culturali che avevano riaperto nelle scorse settimane. E chiudono anche tutte le altre attività per le quali vige l'obbligo dello smart working lì dove è possibile.
Cosa cambia per le scuole e le università con l'ordinanza della Regione Lombardia
In zona arancione rafforzata inoltre chiudono tutte le scuole di ogni ordine e grado: asili nidi, scuola dell'infanzia, scuole medie e scuole superiori resteranno chiuse fino a data da destinarsi. Per loro sarà prevista quindi la didattica a distanza. Sorte condivisa anche dalle università: saranno infatti sospese le lezioni in presenza.