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Zina, uccisa dal marito. La sorella: “Ha detto non respiro più e poi è morta tra le mie braccia”

“Mi ha detto non respiro più e poi non l’ho più sentita. Quando l’ho vista a terra e ho visto il sangue sono svenuta”: a raccontarlo sul banco dei testimoni è la sorella di Zina, la donna di 36 anni che nell’ottobre del 2019 è morta uccisa dal marito. L’uomo, reo confesso, le ha inferto due coltellate.
A cura di Ilaria Quattrone
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Il 6 ottobre 2019 Zinaida Solonari viene uccisa a Orio al Serio, in provincia di Bergamo. La donna aveva 36 anni, era madre di tre figlie e lavorava in un ristorante. A distanza di tre anni è la sorella, Oxana Solonari, a raccontare sul banco dei testimoni quella tragica notte: "Mi ha detto non respiro più e poi non l'ho più sentita. Quando l'ho vista a terra e ho visto il sangue sono svenuta". Sempre nella stessa giornata – come riportato dal giornale "L'eco di Bergamo" – hanno testimoniato il marito di Oxana, Lucio Carlo Di Dio e il fratello Alessandro, il vicino di casa Riccardo Pasini e la sorella maggiore Tatiana.

La ricostruzione di quella notte

Ad accoltellare Zina è stato il marito Maurizio Quattrocchi, muratore di 49 anni, reo confesso. Oltre ai famigliari della donna, durante il processo in Corte d'Assise, è stato ascoltato anche il comandante dei carabinieri del Norm di Treviglio, il capitano Giuseppe Romano. Il capitano ha raccontato che il 6 ottobre intorno alle 2.13 è arrivata una chiamata al 112 che segnalava una lite in strada. Zina e il marito non vivevano più assieme. La donna era andata ad abitare con le sorelle e quella notte stava rientrando a casa dal lavoro quando ha trovato ad attenderla l'uomo. Il 49enne le ha inferto due coltellate ed è poi scappato.

È stata proprio Zina a iniziare a urlare e richiamare l'attenzione dei vicini e delle sorelle che, accorse sul posto, hanno trovato la donna in una pozza di sangue. Nonostante il tempestivo intervento del personale del 118, per Zina non c'è stato nulla fare. Le ferite al petto erano infatti troppo profonde. E alle 18 del giorno successivo, il marito si è presentato nella caserma dei carabinieri confessando l'omicidio.

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