Zerocalcare si schiera con la squadra multata per lo striscione “Basta morti in mare”
"Daje Athletic Brighela". Per la squadra di calcio bergamasca multata dal giudice sportivo per uno striscione di protesta contro le morti in mare ("Cimitero Mediterraneo – Basta morti in mare"), arriva fin da Rebibbia un sostegno più che illustre: è quello di Zerocalcare, fumettista di culto e autore di serie Netflix popolarissime.
"Che accollo che ci siamo pijate/i a sto giro, per fortuna che c'è il disegnetto, grazie (Z)ZeroCalcare!!", la risposta del club orobico, che sulla sua pagina Facebook pubblica il nuovo logo, frutto della matita del disegnatore. "E grazie davvero di cuore a tutte le persone che ancora ci mandano messaggi di vicinanza. Non siamo soli/e. Daje Athletic Brighéla! Non molliamo di un centimetro".
Il gesto in campo imitato da altri club sportivi
Sono moltissime, intanto, le persone che si sono offerte di pagare la multa per l'Athletic Brighela. Così come le squadre locali che hanno imitato il gesto. Una su tutti: la Sant'Ambroeus Fc di Milano, che il 12 marzo ha esposto a sua volta uno striscione "Basta morti nel Mediterraneo" .
"Domenica scorsa i nostri amici e amiche dell’Athletic Brighela hanno ricevuto una sanzione e sospensioni di capitano e mister per aver esposto uno striscione contro i morti nel Mar Mediterraneo", la dichiarazione del club, nel suo atto di disobbedienza civile.
"Lo ribadiamo anche noi dal nostro campo, giustizia e verità per le morti della strage di Crotone e per tutte le persone che ogni giorno perdono la vita su un confine della fortezza Europa. E adesso multate pure noi".
"Scendere in campo per umanità, non politica"
"Ci era già capitato di scendere in campo esattamente un anno fa contro la guerra in Ucraina e contro tutte le guerre in atto nel mondo. Nessuna multa. Nessun deferimento. Nessuna squalifica", le parole del club bergamasco.
"Ma non siamo noi le vittime. Le vittime sono in fondo al mare: sono oltre 26mila in questi ultimi 10 anni. Un genocidio sommerso dall’ipocrisia di un mondo che, al di là della linea abissale, finge che non esistano corpi deumanizzati. Corpi violabili. Corpi inutili e inesistenti".
E ancora. "Non riconoscere che questo solco tracciato lungo i confini delle acque internazionali esista, equivale a non comprendere la drammaticità di un sistema politico, economico, sociale e culturale che strutturalmente separa soggetti abilitati alla dignità e soggetti sacrificabili. Ecco, noi volevamo porre l’accento su questo e lo rivendichiamo. Non ci sentiamo affatto in colpa. La multa ci è arrivata e le squalifiche sono arrivate? Pagheremo".