Yuri ucciso strangolato in Darsena a Milano, un’amica: “Basta infangare il suo nome”
Mentre proseguono le indagini per capire la dinamica esatta dell'omicidio, è tempo per gli amici e famigliari di ricordare Yuri Urizio, il ragazzo di 23 anni morto strangolato mentre si trovava una notte in zona Darsena a Milano. La polizia ha già fermato con l'accusa di omicidio volontario il 28enne Bilel Kobaa che secondo la ricostruzione dei fatti la sera di mercoledì scorso 13 settembre sui Navigli a Milano si sarebbe avventato sul giovane comasco. Yuri è morto al Policlinico di Milano dopo due giorni di agonia.
Il ricordo di un'amica di Yuri
Tra le persone che lo conosceva meglio c'è chi ha voluto ricordarlo così: "È uno strazio – spiega una sua amica, come riporta La Provincia di Como – ancora non ci credo. Posso dire che era un ragazzo dal cuore puro, gentile con tutti, generoso e sempre con il sorriso sulla bocca. Non ha mai toccato una donna e nemmeno ha mai fatto commenti fuori luogo, è sempre stato carino con tutti e conosceva un sacco di persone. Non cercava mai la lite e, anzi, il suo motto era “Fai del bene e dimentica, fai del male ricordati”. Chi lo conosceva lo sa, siamo tutti increduli perché sappiamo quanto fosse dolce". Tutti i suoi più cari affetti hanno sperato che il giovane si riprendesse in ospedale.
Smentita la versione dell'arrestato
Ora i suoi amici e parenti desiderano solo che venga "tutelata la memoria" del giovane: l'arrestato infatti raccontando la sua versione dei fatti aveva giustificato la sua aggressione spiegando che era intervenuto in difesa di una senzatetto ucraina, famosa tra gli abitanti. Secondo l'aggressore, Yuri avrebbe provato a strapparle le monete dalle mani e quindi lui è intervenuto in difesa della giovane. Ma le indagini della polizia e le immagini delle telecamere della zona hanno smentito la versione dell'arrestato. Il motivo dell'omicidio resta ancora un mistero.
L'amica infatti spiega che vorrebbe sapere cosa sia successo nel dettaglio perché "non vogliamo più sentire chiacchiere che infangano il suo nome e la persona che era".