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Yana Malayko, l’ex fidanzato Dumitru Stratan rischia l’ergastolo: “Eccessiva violenza su un corpo minuto”

Si apre il processo per Dumitru Stratan, il 34enne reo confesso per l’omicidio dell’ex fidanzata Yana Malayko, avvenuto lo scorso 20 gennaio a Castiglione delle Stiviere (Mantova). Per lui, adesso, si fa più concreta che mai l’ipotesi dell’ergastolo.
A cura di Francesca Del Boca
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Si apre il processo per Dumitru Stratan, il 34enne reo confesso per l'omicidio dell'ex fidanzata Yana Malayko, avvenuto lo scorso 20 gennaio a Castiglione delle Stiviere (Mantova). Per lui, adesso, si fa più concreta che mai l'ipotesi dell'ergastolo: a pesare le aggravanti della premeditazione ("Se ti vedo con un altro uomo ti ammazzo", le sue parole prima dell'agguato), del legame sentimentale e dell'eccesso di violenza "su un corpo minuto".

Stratan avrebbe infatti colpito Yana ripetutamente e con violenza al volto e al capo, utilizzando una spranga di ferro. Ma non sarebbe morta così la 23enne, che aveva disperatamente cercato di difendersi (come testimonia una frattura alla mano sinistra): secondo l'autopsia Yana Malayko sarebbe deceduta per asfissia dopo essere stata rinchiusa in un trolley, spingendo con forza per farla entrare mentre ancora agonizzante, e abbandonata infine in un campo sotto un cumulo di sterpaglie.

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In quel campo verrà ritrovata circa due settimane dopo. "Era felice di aver lasciato Dumitru", ha raccontato la madre di Yana. "Aveva sogni, progetti, un amore. Mi parlava dei suoi piani". "L'ha definita traditrice, cercava di farla sentire in colpa", la testimonianza del nuovo compagno Andrei. "Dumitru non accettava la fine della relazione. La pedinava di continuo, le chiedeva se non si vergognasse ad avere un fidanzato diverso da lui". La sera dell'omicidio l'ex compagno gira in anticipo le telecamere dello stabile di Yana, così che non riprendano la scena. Poi le tende una vera e propria trappola: "Il cane sta male, vieni a riprendertelo".

La relazione tra i due, in passato, era stata segnata anche da botte e insulti. Una gabbia da cui la 23enne era scappata con molta difficoltà. "Dumitru le aveva detto che poteva geo-localizzarle il cellulare per scoprire ogni suo movimento, e infatti vedevo Yana che spegneva e riaccendeva il telefonino nella speranza di eludere il controllo. Era contenta di rifarsi una vita".

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