Volontari picchiati mentre distribuivano vestiti ai bisognosi: “Dicevano siete gay e comunisti e ci picchiavano”

Due volontari del Muro della gentilezza sono stati aggrediti da alcuni membri dell’agenzia bavarese Lion’s Run. Gli aggressori, presumibilmente tedeschi, volevano scaricare auto di lusso dai loro tir proprio dove l’associazione stava distribuendo vestiti ai bisognosi.
A cura di Chiara Daffini
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Alessandro Vaccari e Silvia Fontana
Alessandro Vaccari e Silvia Fontana

Alessio Vaccari e Silvia Fontana, milanesi poco più che trentenni, lunedì 1 luglio stavano svolgendo il loro consueto lavoro di volontari dell'associazione Tempio del futuro perduto, che dalle 10:30 del mattino distribuisce vestiti e beni ai bisognosi davanti al Muro della gentilezza, in via Luigi Nono. L'attività viene però interrotta dall'arrivo di due tir. Sono quelli dell'agenzia bavarese Lion's Run, specializzata nella promozione di auto di lusso.

"Noi in Italia facciamo quello che vogliamo"

"Ci siamo ritrovati con la strada occupata da un gruppo di ragazzi molto benestanti – racconta Alessandro a Fanpage.it -, probabilmente erano tedeschi. Con i loro due tir si sono fermati davanti al Muro della gentilezza, dove c'erano delle persone che aspettavano di ricevere i vestiti e dove noi volontari stavamo lavorando".

I Lion's Run vogliono scaricare dai tir le loro auto di lusso a cui iniziano a fare foto e video, bloccando così la circolazione stradale. "A quel punto – continua Alessandro – abbiamo deciso di intervenire per chiedere loro di spostarsi in un altro luogo. Lo abbiamo fatto con gentilezza, ma loro ci hanno aggrediti. Dicevano, in inglese, che eravamo un posto di comunisti e di omosessuali e che loro in Italia fondamentalmente facevano quello che volevano, senza nessun tipo di permesso e senza nessun tipo di pretesto per stare in quel punto della strada".

I volontari chiamano le forze dell'ordine, scatenando però la dura reazione dei bavaresi. "Si è palesata la loro squadra di sicurezza – ricorda Alessandro -, con il loro capo del servizio d'ordine che è venuto verso di me correndo, spingendomi e lanciandomi in mezzo alla strada. Io ho provato a rialzarmi per poter andare a dialogare con questa persona e in quel momento mi sono arrivati due pugni sferrati sulla parte sinistra del torace. Ho chiamato subito l'ambulanza per andare in pronto soccorso e mi hanno refertato 15 giorni di prognosi più uno shock post-traumatico per l'accaduto".

Aggressori denunciati

Anche Silvia sta svolgendo l'attività di distribuzione del vestiario, ma all'arrivo dei tir si trova all'interno dell'edificio che ospita la sede dell'associazione. "Stavo sistemando alcune cose – racconta a Fanpage.it – quando ho sentito i camion arrivare e un gran vociare. Dopo un po’ vedevo che non se ne andavano, continuavo a sentire il rumore. Sono uscita nel momento in cui sono iniziate ad arrivare correndo le persone della sicurezza che stavano puntando Alessandro".

"Mi sono presa una spallata – riferisce la giovane donna -, perché stavo per tirare fuori il telefono per cercare di documentare quello che stava succedendo, ma poi, visto il tasso di violenza che si stava creando, per precauzione e per proteggere le persone più fragili presenti, ho deciso di rientrare".

Alessandro ha sporto denuncia per l'aggressione subita e gli altri volontari hanno lasciato una deposizione come testimoni.

I volontari: "No alle strumentalizzazioni"

"Non vogliamo assolutamente che l'aggressione che abbiamo subito sia strumentalizzata per dire che la città di Milano non è sicura – ci tiene a precisare Alessandro -. Io da cittadino milanese mi sento sicuro nella mia città, il punto è che forse dovremmo avere tutti più cura verso il tipo di interazione che vogliamo avere tra cittadini".

"Mi sento di dire – aggiunge Silvia – che sarebbe proprio il caso di abbassare le armi: non serve picchiare una persona, serve parlare, serve spiegarsi. Per quanto ci riguarda, come associazione abbiamo una comunicazione molto aperta, all'interno del Tempio del futuro perduto nessuno ha problemi a definirsi gay o lesbica o a dire le parole giuste nel momento giusto, ma soprattutto a dare ad esse il peso giusto".

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