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Voghera, l'assessore leghista Massimo Adriatici spara e uccide un uomo

Voghera: l’ex assessore Adriatici, accusato di aver ucciso un 39enne, torna a lavorare come avvocato

Massimo Adriatici, l’ex assessore alla Sicurezza del comune di Voghera agli arresti domiciliari dopo aver sparato e ucciso Youns El Boussettaoui, è tornato a lavorare come avvocato: a dirlo è stato uno dei suoi difensori dopo l’incidente probatorio avvenuto nella giornata di ieri, lunedì 11 ottobre, dove sono stati ascoltati due testimoni.
A cura di Ilaria Quattrone
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Massimo Adriatici
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È tornato a lavorare come avvocato: questo è uno dei dettagli emerso nella giornata di ieri, lunedì 11 ottobre, durante l'incidente probatorio chiesto per ascoltare due testimoni che avrebbero assistito all'uccisione di Youns El Boussettaoui, il 39enne morto dopo che l'ex assessore alla Sicurezza di Voghera Massimo Adriatici gli ha sparato. Adriatici si trova agli arresti domiciliari e, secondo quanto affermato dall'avvocato Gabriele Pipicelli, da circa un mese utilizza i permessi per lavorare.

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Il gip ha respinto la richiesta di revoca dei domiciliari

"Non frequenta il tribunale di Pavia, ma lo studio legale di Voghera e partecipa alle udienze dei suoi assistiti, se avvengono fuori provincia", ha spiegato ancora il difensore. Tre giorni fa, il giudice per le indagini preliminari di Pavia Maria Cristina Lapi ha respinto la richiesta di revoca dei domiciliari. Il 20 ottobre però scadrà la misura cautelare a meno che il pubblico ministero non decida di cambiare il capo di imputazione: "Riteniamo valida la discriminante della legittima difesa e non trovo servano esigenze cautelari", ha detto ancora il legale dell'ex assessore. Per gli avvocati dei famigliari della vittima invece quello avvenuto a luglio scorso "è stato omicidio volontario".

Le testimonianze di due cittadini

Durante l'incidente probatorio di ieri sono stati ascoltati tre testimoni su due: la terza infatti sarà ascoltata il 6 dicembre in videoconferenza considerato che adesso si trova in Romania. Le due testimonianze presentano però delle contraddizioni. Uno dei due avrebbe detto in aula che l'assessore avrebbe estratto l'arma e sparato per poi dire ai cronisti di non aver visto l'arma e di aver capito, solo dopo l'esplosione dei colpi, cosa era successo.

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