Voghera, la sorella della vittima: “Credono di aver ucciso un cane ma sbagliano, voglio giustizia”
"Loro credono di aver ammazzato un cane ma si sbagliano, hanno ammazzato Youns El Bossettaoui, con una famiglia che è da generazioni qui in Italia, tutti gli zii sono cittadini italiani". Ha espresso così tutta la sua rabbia la sorella del 39enne di origini marocchine che è morto in seguito a un colpo d'arma da fuoco a Voghera, dinamica per la quale è indagato per eccesso colposo di legittima difesa l'assessore leghista Massimo Adriatici. La donna, che ha raggiunto il luogo dell'uccisione, questa mattina ha parlato anche con i giornalisti di Fanpage.it, delle ore che hanno preceduto la scoperta della tragica morte del fratello. Le forze dell'ordine "non ci hanno fatto le condoglianze, non ci hanno chiamato" ha precisato la sorella della vittima. Come ha spiegato l'avvocato infatti, la notizia della morte è stata appresa dalla famiglia dal giro degli ospedali, compiuto dalla famiglia per cercare di rintracciare Youns.
La sorella: "Mio fratello aiutava tutti"
"Aiutava tutti, amava i bambini, chiedete in giro a cittadini marocchini e italiani, se trovava venti euro per terra si metteva la mano in tasca e te li dava, e lui rimaneva senza niente". La sorella di Youns El Bossettaoui ha descritto così, con la voce spezzata, il carattere del fratello. "Mio marito è l’ultimo che l’ha visto, due giorni fa – afferma – Ora non vado a lavorare, sto qui, la giustizia per mio fratello viene prima di tutto". Ai giornalisti che le hanno chiesto se ritenga plausibile il fatto che sia stato un incidente, la donna ha risposto: "Mia figlia ha nove anni e mi ha detto ‘come è possibile che sia caduto e il colpo è uscito dalla pistola?'. È una cosa che capisce una bimba di nove anni. La pistola perché era carica? Perché era in mano?". Il marito ha ribadito che “Noi vogliamo solo giustizia”, rivolgendo poi ai presenti una disperata domanda: "Ai suoi due bambini che sono in Marocco con la madre, cosa diciamo?".