Voghera, la figlia di Youns non sa che il padre è morto: “Perché non risponde al telefono?”
Non si placano le proteste e le richieste di giustizia per la morte di Youns El Boussettaoui, il cittadino marocchino di 39 anni ucciso con un colpo di pistola dall'assessore alla Sicurezza di Voghera, nel Pavese, Massimo Adriatici, ora agli arresti domiciliari in una località segreta. Anche nella giornata di ieri, sabato 31 luglio, centinaia di persone si sono radunate per ricordarlo. Teatro della manifestazione è stata Biella, nella cui provincia Youns ha vissuto e lavorato fino al 2012.
I fratelli di Youns: Era malato ma non meritava di finire così
Al presidio, organizzato dall'associazione Al Huda, hanno partecipato anche due dei suoi fratelli, Amin e Ali. Questi, una volta presa la parola, hanno ricordato Youns dicendo che "era malato. Era una brava persona anche se aveva dei problemi, ma nessuno che sia cattolico, ateo o musulmano si meritava una simile fine". I fratelli hanno poi ricordato di essergli sempre stati vicini: "I nostri genitori ogni settimana andavano a trovarlo, ma lui si sentiva soffocare, non voleva tornare a casa e, malgrado i tanti tentativi, non ci è stato possibile inserirlo in un centro di recupero".
La figlia del 39enne: Perché papà non risponde al telefono?
Momento di ulteriore commozione, poi, quando è stato fatto sentire un audio inviato dalla figlia di 8 anni di Youns che vive in Marocco nel quale chiedeva come mai il padre non rispondesse al telefono. Il presidente dell'associazione Al Huda, Mohamed El Sachet, anche consigliere comunale in quota Partito Democratico, poi, quando ha preso la parola, ha voluto sottolineare che il presidio "non è un evento politico. Al contrario, vogliamo esprimere vicinanza ai famigliari e chiedere giustizia".