Voghera, gli studenti dell’assessore: “I suoi esempi sui furti commessi da domestiche romene”
Avvocato, ex poliziotto, ma anche professore: Massimo Adriatici, l'assessore leghista alla Sicurezza di Voghera (Pavia) agli arresti domiciliari per aver sparato e ucciso un uomo di 39 anni, ha insegnato dal 2014 al 2017 Diritto processuale penale all'Università del Piemonte Orientale e attualmente insegna alla scuola allievi di polizia di Alessandria. L'Ateneo ha preso le distanze da Adriatici spiegando in una nota stampa: "L’avvocato Adriatici non è stato un docente strutturato – afferma l'Università – bensì un collaboratore esterno del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze politiche, economiche e sociali".
Gli studenti: A lezione riportava l'esempio dell'imprenditore derubata dalla domestica romena
Stando a quanto riportato dal quotidiano "La Stampa", alcuni studenti lo ricordano come una persona preparata. Dalle loro parole sarebbe emersa però una citazione che il professore era solito utilizzare durante le sue lezioni e cioè quella "dell'imprenditore Fumagalli derubato dalla domestica romena". Così come ieri è tornata alla ribalta una sua vecchia intervista in cui sosteneva che, in caso di aggressione, "sparare deve essere un'extrema ratio".
La ricostruzione della dinamica
Adriatici si trova in questo momento agli arresti domiciliari: oggi si svolgerà l'udienza di convalida. L'accusa è di eccesso colposo di legittima difesa. Fin dai primi momenti ha sostenuto che il colpo, partito dalla sua arma carica e senza sicura, è partito "involontariamente" e a seguito di un spintone. La vittima, Youns El Bossettaoui, è morta poco dopo in ospedale. Secondo una prima ricostruzione il 39enne, noto alle forze dell'ordine per alcuni piccoli reati e nelle ultime settimane per disturbare e importunare la clientela, era ubriaco e aveva iniziato a infastidire alcuni avventori. L'assessore, accortosi della scena, aveva preso il telefono e chiamato le forze dell'ordine. Il 39enne, resosi conto, si sarebbe avvicinato e gli avrebbe sferrato un pugno. Non è però chiaro come mai l'assessore avesse impugnato l'arma e l'avesse puntata contro una persona disarmata.